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Posizioni invariate rispetto al mese precedente in cima alla classifica dell’informazione online stilata da Prima sulla base delle rilevazioni di Audiweb Database di luglio.
Ai primi cinque posti si confermano Repubblica, TgCom24, Corriere della Sera, Gazzetta dello Sport e Citynews, esattamente come in giugno. Il Messaggero guadagna due posizioni e sale al sesto posto, superando La Stampa (settima). Anche TuttoMercatoWeb fa un salto doppio e arriva in ottava posizione. Nono si conferma Tiscali. Donna Moderna scende dal settimo al decimo posto, mentre Ansa, Il Sole 24 Ore e Il Fatto Quotidiano mantengono le tre posizioni successive.

Più avanti in classifica, balzi notevoli rispetto al mese precedente hanno fatto il Corriere dello Sport, che guadagna ben nove posizioni (dalla 32esima alla 23esima), il quotidiano Libero che ne guadagna sei (dal 27esimo al 21esimo posto) e l’HuffPost che sale di tre posti alla 24esima posizione. Scendono invece diversi gradini Leggo, Rainews, Blogo e altri.

Ancora più accentuate, com’è ovvio, le differenze rispetto a un anno fa (vedi la quarta colonna della tabella). Ci sono siti che guadagnano decine di punti percentuali nell’audience complessiva, ad esempio TgCom24 (+32%), Donna Moderna (+23%), Libero (+37%), Il Gazzettino (+26%), e siti che ne perdono altrettanti, se non di più, come l’Ansa (-32%), Nanopress (-38%), i quotidiani del Gruppo Espresso (-40%, ma nel corso dell’anno sono state cedute cinque testate), Pianeta Donna (-70%), che ha passato parte della sua audience a Donna Moderna.

Sono diversi i fattori che spiegano variazioni così forti da un mese all’altro e da un anno all’altro. Importante è ovviamente la capacità dei siti di proporre contenuti ricchi e aggiornati e di attirare l’interesse dei lettori sia alimentando il dibattito sui social media sia indicizzando bene le pagine sui motori di ricerca.

Ma ci sono anche elementi esterni che influiscono sui risultati. Nel caso dei giornali online contano molto i fatti avvenuti nel mese oggetto della rilevazione e nei mesi con cui si fa il confronto. In giugno, ad esempio, ci sono state le elezioni amministrative in un migliaio di comuni italiani; l’attentato a Londra il 3 giugno e l’incendio della Grenfell Tower a metà mese; un altro attentato sugli Champes Elisee a Parigi; la finale della Champions League e gli incidenti in piazza San Carlo a Torino durante la proiezione della partita Juventus Real Madrid. In luglio, invece, non ci sono stati eventi così clamorosi e questo spiega il calo abbastanza generalizzato dei siti di informazione rilevato da Audiweb. Analogo discorso si può fare a proposito del confronto con l’anno precedente. Nel luglio 2016 c’erano stati l’attentato di Nizza e il tentativo di colpo di stato in Turchia; la Brexit teneva sempre banco sui giornali e, per quanto riguarda lo sport, il 10 luglio di un anno fa si concludevano gli Europei di calcio.

Ci sono però altri due fattori da tenere in considerazione: le TAL (traffic assigment letter), vale a dire i contratti commerciali stipulati da alcuni editori per cui l’audience di un sito viene attribuita a un altro sito, e il traffico in-app su Facebook, vale a dire la lettura degli articoli direttamente sul social network attraverso device mobili; questo traffico è in forte crescita ma non è rilevato da Audiweb Database (lo sarà dal prossimo anno). Audiweb propone una survey specifica sul tema, effettuata però con una diversa metodologia e quindi non confrontabile con la rilevazione campionaria. L’ultima colonna della tabella dà conto appunto dei risultati di questa survey, mentre le due colonne precedenti mettono in evidenza il fenomeno delle aggregazioni (TAL).

Per diversi giornali online il traffico in-app su Facebook è rilevantissimo e dimostra la capacità di queste testate di generare interesse e condivisioni sul social network. Il record spetta a Fanpage, con i suoi 7 milioni e mezzo di utenti unici in luglio, seguito da Repubblica (6,6 milioni) e dall’HuffPost (3,6 milioni ); quarto il Messaggero (3,5 milioni), quinto il Fatto Quotidiano (3,5 milioni), sesto il Corriere della Sera (3,4 milioni), settima La Stampa (2,7 milioni), ottavi i quotidiani locali del Gruppo Espresso (2,6 milioni), nono Il Mattino (2,5 milioni), decimo TgCom24 (2 milioni). C’è da notare a questo proposito che durante i mesi estivi il traffico mobile e i consumi di Facebook aumentano notevolmente a scapito del traffico da pc.

Ma l’elemento che influisce di più nelle variazioni di audience è il cambiamento del perimetro dei brand, cioè degli elementi che lo compongono: canali, aggregazioni, siti, eccetera. Le TAL sono un fenomeno rilevante anche se il loro peso tende a calare (ne parliamo più approfonditamente sul numero di settembre di Prima, in edicola dalla prossima settimana). Dopo Repubblica, che in giugno ha cessato la sua ultima TAL con Tom’s Hardware, anche il gruppo Triboo (Leonardo, DireDonna, Motori.it, Html.it, eccetera) ha deciso di rinunciare gradualmente a questa formula, finora utilizzata molto intensamente.

Per i grandi gruppi editoriali oltre agli accordi con siti terzi sono importanti anche gli spostamenti di traffico all’interno del gruppo, come dimostra il caso di TgCom24. In luglio l’audience complessiva del giornale online di Mediaset è cresciuta del 32% rispetto a un anno fa, passando da 871mila a 1 milione 149mila utenti unici nel giorno medio. Il dato del mese comprende però anche i 543mila utenti unici di Sportmediaset, che prima era considerato un brand a sé nelle rilevazioni di Audiweb, e i 24mila della TAL Nonsprecare, il sito per uno stile di vita senza sprechi di Antonio Galdo, che prima era una TAL di PianetaDonna (Mondadori). D’altro canto nel luglio 2016 il traffico di TgCom24 comprendeva anche quello di Panorama.it, ora considerato un brand autonomo (21mila utenti unici). Infine, un grosso peso nell’audience complessiva di Tgcom24 ha Meteo.it, passato da 230mila a 270mila utenti unici nell’ultimo anno (+15%).

Fonte: www.primaonline.it 

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