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Gli sgravi contributivi per le assunzioni a tempo pieno e indeterminato varranno anche per il 2016. Il Consiglio di Amministrazione dell’Istituto ha infatti approvato, all’unanimità, la delibera – che sarà operativa solo dopo l’approvazione da parte dei Ministeri Vigilanti – che recepisce anche in ambito giornalistico le norme sull’esonero contributivo previste dalla legge di Stabilità 2016.
In sintonia con la legge, il cui intento è quello di promuovere forme di occupazione stabile, e in continuità con l’analoga misura contenuta nella legge di Stabilità 2015, dunque, grazie alla nuova delibera sarà possibile anche in ambito giornalistico beneficiare dell’esonero dal versamento dei contributi previdenziali a carico dei datori di lavoro per le nuove assunzioni con contratto di lavoro a tempo indeterminato stipulati nel corso del 2016.
A differenza di quanto stabilito per il 2015, però, l’esonero contributivo è previsto per una durata massima di 24 mesi e nella misura del 40 per cento dei contributi previdenziali complessivi a carico dei datori di lavoro, con esclusione dei premi e contributi dovuti all’Inail, nel limite massimo di  un  importo  di esonero pari a 3.250 euro su base annua.
“La deliberazione  – spiegano dagli uffici di via Nizza – si pone in sostanziale linea di continuità con la delibera n. 52/2015, assunta lo scorso anno dall’Ente e regolarmente approvata dai Ministeri vigilanti, che ha generato finora la presentazione di 870 domande di esonero contributivo di cui 600 per nuove assunzioni e le restanti per la trasformazioni di contratti a termine. Anche per il provvedimento adottato oggi sarà necessario stipulare un’apposita convenzione con l’Inps, per il recupero delle risorse necessarie alla copertura del mancato introito contributivo”.
Nella stessa seduta il Cda dell’Inpgi ha inoltre deliberato – anche in questo caso all’unanimità – due nuovi atti di apporto di una ulteriore parte dei propri immobili al Fondo immobiliare “INPGI – Giovanni Amendola”, detenuto al 100% dall’Istituto, che ne rimane quindi “quotista unico”.
“Prosegue pertanto – recita ancora la nota dell’istituto – il processo di trasferimento dell’intero patrimonio immobiliare dell’Ente al Fondo immobiliare. Con le due operazioni si registra una percentuale di trasferimento pari all’85% del patrimonio immobiliare dell’Ente presso il Fondo, ed una plusvalenza generata pari a circa 81 milioni di euro”.
Sempre con voto unanime del Consiglio, infine, sono state approvate le due delibere di partecipazione alla Fondazione europea per lo sviluppo del lavoro, della previdenza e dell’assistenza dei professionisti da una parte, ed alla Fondazione sul giornalismo italiano “Paolo Murialdi” dall’altra.
“Nel primo caso – chiosa l’Inpgi – si tratta di un contributo alla costituzione di un nuovo soggetto istituzionale di rilevanza europea che, in collaborazione con le altre Casse di previdenza, consentirà di seguire meglio i processi normativi e politici in atto in Europa per le libere professioni, che incidono significativamente sulla previdenza e sulle condizioni economiche dei professionisti, ma soprattutto rappresenterà in sede comunitaria i loro bisogni, le loro necessità e difenderà i loro interessi. Il contributo erogato, invece, in favore della Fondazione ‘Paolo Murialdi’ prosegue il percorso di costruzione di quel punto di aggregazione sullo studio della storia del giornalismo italiano, nato per volontà di tutti gli organismi di categoria (Casagit, Cnog, Fnsi e Inpgi), che a breve aprirà le porte della propria sede romana di Via Augusto Valenziani, mettendo il proprio patrimonio librario a disposizione di tutti. Entrambi i provvedimenti sono stati finanziati con sovvenzioni messe a disposizione dell’Istituto dalla Banca tesoriera Unicredit  (quindi non gravante sugli iscritti) che, in base ad un apposito regolamento votato dal CdA nel 2010, vincola la possibilità di utilizzare tali somme unicamente a scopi istituzionali, interventi in favore di organismi di categoria, convegni, iniziative formative in campo giornalistico e studi sull’Inpgi, escludendo quindi qualsivoglia altro loro utilizzo”.

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