L'Unità

Il giorno del giudizio per il quotidiano l’Unità è arrivato, ma a quanto pare il liquidatore Giovanni Cabras sarebbe dell’idea di concedere ancora una settimana all’editore Pessina per pagare i debiti prima di escutere la fideiussione da 10 milioni di euro con Banca Intesa.
In pratica dovrebbe slittare tutto a dopo le elezioni amministrative del 5 giugno 2016, evitando così polemiche politiche che potrebbero danneggiare il Partito democratico a una manciata di giorni dal voto.
Si tratta del sesto rinvio: una particolarità secondo gli esperti di diritto fallimentare, giusto a un anno di distanza – era l’11 giugno del 2015 – dal rilancio della testata voluto del premier e segretario del Pd Matteo Renzi.
LUNA IN VISITA: ARRIVA? Il 31 maggio scade il termine per l’acquisto della testata dopo la chiusura del concordato preventivo di dicembre 2015. Mancano ancora all’appello 2 milioni di euro, che servono per pagare una parte degli affitti e anche i Tfr dei giornalisti.
Sul Corriere della sera si è parlato dell’arrivo di Riccardo Luna come direttore al posto di Erasmo D’Angelis.
Notizia di cui Lettera43.it aveva già parlato ad aprile, spiegando che il consigliere digitale di Palazzo Chigi piaceva molto al premier Matteo Renzi insieme con altri nomi, tra cui quello di Andrea Romano e Fabrizio Rondolino.
L’ex direttore di Wired e de Il Romanista ha visitato la redazione un paio di volte negli ultimi giorni.
Si è incontrato con D’Angelis, ma conferme sul suo arrivo il 20 giugno, esattamente alla fine dei ballottaggi, non ce ne sono.
NON CI SONO FINANZIATORI. Anzi quello che filtra è che di «passi avanti al momento non ce ne sono stati».
Detto in parole povere possibili finanziatori all’orizzonte, al momento, non ce ne sono.
Il futuro è sempre più incerto. Per questo motivo il 31 maggio il Comitato di redazione de l’Unità si riunisce nel pomeriggio per fare il punto della situazione e capire se il quotidiano fondato da Antonio Gramsi possa continuare le pubblicazioni o meno.
I nodi da sciogliere girano sempre intorno alle reali intenzioni die Pessina e di Guido Stefanelli, l’amministratore delegato.
Anche se dentro la redazione e fuori un’idea se la sono già fatta, perché se i Pessina avessero davvero voluto acquistare il giornale lo avrebbero fatto molto prima.

 

Fonte: www.lettera43.it

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