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Sono circa 22 milioni gli utenti che, giornalmente, si collegano alla rete, portando il mercato degli Internet Media, dopo i 2 miliardi di euro del 2014, a raggiungere i 2,2 miliardi antro la fine del 2015.
Come riporta un articolo della Doxa, i dati sono stati divulgati dall’Osservatorio New Media & New Internet in seguito al convegno ‘Internet Adversiting: verso il 30% del mercato’ al Politecnico di Milano.

Tra le principali motivazioni di questa crescita, ovviamente troviamo tutte le novità che la rete offre e le tecnologie che ci permettono di raggiungerla, in primis la diffusione, sempre più in aumento di Smatphone e tablet, rispettivamente 40 milioni e 10 milioni alla fine del 2015. Uno dei primi luoghi di connessione degli smartphone sono sicuramente i social network, sui quali gli utenti vi spendono il 30% del tempo toatle che trascorrono sulla rete. Per non parlare di tutte le app disponibili, le smart tv, i video e molto altro.

I ricavi del mercato degli Internet Media si basa soprattutto sulla pubblicità, pari al 95%, ma il restante 5% dipende tutto dalla spesa degli utenti.
Sono soprattutto il “social network a confermare il loro ruolo a favore dei media”, come afferma Guido Argieri, telco & media director di Doxa e continua “I Social sono il primo canale di informazione per le news dell’ultima ora”. Infatti gli iscritti ai social passano da 82% fino al 90%, privilegiando soprattutto Facebook, Instagram, Linkedin e Twitter, e oltre la metà, soprattutto under 35, mostra interesse per i contenuti Media leggendo articoli di testate editoriali condivisi sui social, su Facebook sono il 48%, mentre per Twitter ci si ferma al 35%, o semplicemente seguendo le pagine degli editori e delle loro testate. Anche i Video passano dall’84% del 2013 all’89% nel 2014, con una maggiore focalizzazione tra pomeriggio e sera, anche per quello che riguarda i video postati dalle testate editoriali.

Questo, però, comporta una sostanziale perdita dei media tradizionali, che stanno perdendo quote di emrcato sugli Internet Media, passando dal controllo di quasi la metà del comparto relativo nel 2008, arrivando ad oggi dove potrebbero controllarne meno di un quarto.

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