Gentile

Senatore Gentile,

non ci vogliamo credere. Non riusciamo a pensare che una persona come Lei, scelto tra tanti per ricoprire un ruolo di sottosegretario nel nuovo governo ispirato al cambiamento, abbia potuto fare – o far fare a qualche persona di sua conoscenza – quello che da più parti Le si contesta: impedire l’uscita di un giornale; bloccare le rotative per evitare che venisse pubblicata una notizia che riguardava la sua famiglia.

Non vogliamo credere che Lei, che della bella terra di Calabria dovrebbe ben conoscere anche il “lato oscuro”, fatto della presenza della ‘ndrangheta e delle sue pressioni; delle tante intimidazioni e minacce ai giornalisti, abbia potuto anche solo pensare di  stoppare un giornale prima che arrivasse in edicola.

Per questo, gentile senatore, la preghiamo di smentire decisamente, una volta per tutte e in modo inequivocabile, le voci su queste su queste presunte pressioni.  E di ribadire con noi il principio per cui, in democrazia, sulla libertà di stampa non si discute: è diritto inalienabile di tutti i cittadini.

3 marzo 2014

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