Lazzaro Pappagallo

Un invito al confronto del segretario dell’Associazione Stampa Romana Lazzaro Pappagallo.

Cari colleghi,
la stagione sindacale che si apre sarà dominata dal rinnovo del contratto.
Quando parliamo di contratto ci riferiamo al Fieg – Fnsi, la matrice sulla quale sono stati declinati e modellati anche gli altri contratti.
Quel contratto è figlio di una cultura industriale precisa: la carta stampata era il traino della professione. Le formule contrattuali per il lavoro subordinato erano ridotte a due con alcune varianti riconducibili alla copertura del territorio. La piramide molto allungata teneva conto di una professione in cui anche fisicamente era visibile la distinzione dei ruoli.
Ci troviamo in una realtà industriale completamente diversa.
La carta stampata è solo uno dei modi per far viaggiare le notizie. Alcune ondate hanno rotto quel recinto: l’irrobustimento del ruolo e dell’offerta del servizio pubblico radiotelevisivo, la nascita di un sistema importante di grande e piccola editoria radiotelevisiva hanno segnato gli anni novanta e i primi anni zero. Oggi viviamo la furia della trasformazione digitale del settore con relativa implosione del modello di business e la moltiplicazione dell’offerta di notizie tramite social network.
Le formule di lavoro subordinato, previste dal contratto, hanno subito l’aggressione del lavoro portato al di fuori della redazione. Era impensabile trent’anni fa che i collaboratori superassero per numero i dipendenti. Non è più così.
Un ambiente di lavoro digitale e social rende molto meno necessaria la piramide, la verticalità della struttura redazionale e rende invece sempre più necessario affrontare con coraggio la vera distinzione del lavoro: quella tra desk multimediali con annesse nuove figure professionali e reporter di campo, osservatori e narratori dei fatti, inviati inclusi.
Se sarà importante la difesa dell’autonomia della professione dalla pressione che gli editori vorranno esercitare sul costo del lavoro – tema da non sottovalutare affatto -, abbiamo il dovere di porre nuove questioni, di svincolarci dalla morsa dell’utilità marginale, ricordando che solo una visione moderna della nostra professione e del contratto può dare valore a quello che si fa ogni giorno, può farci declinare in modo nuovo i nostri diritti, compresi quelli delle colleghe (sarebbe ora di far viaggiare il part time come strumento effettivo di equilibrio tra lavoro e famiglia).
La segreteria di Stampa Romana ha deciso di offrire fino alla fine di ottobre uno spazio pubblico, impegnando mailing list e sito, per aprire il dibattito, raccogliere idee e spunti. Non è il momento dell’elaborazione della proposta della Romana, che sarà affidata alla commissione Contratto, alla Consulta dei Comitati di Redazione, alla Segreteria e al Direttivo. E’ il momento di  respirare a pieni polmoni e di soffiare forte. Magari usciranno venti inappropriati, molesti e contraddittori. Ma magari iniziamo così a descrivere un futuro possibile e praticabile.

Lazzaro Pappagallo, Segretario Stampa Romana

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