Raffaele Lorusso

«Noi riteniamo che nessun intervento e nessuna risorsa che viene destinata all’informazione possa ormai prescindere dalla necessità del rilancio occupazionale e dall’affermazione che in questo settore c’è troppa precarietà, ci sono troppe diseguaglianze, c’è troppo lavoro senza diritti». Il segretario generale della Fnsi, Raffaele Lorusso, è intervenuto così, nel corso di una riunione sulla riforma dell’Inpgi a Pescara, sulla questione dei prepensionamenti.

«Concordo con gli editori – ha spiegato Lorusso – quando dicono che bisogna fare presto con i decreti attuativi della legge di riforma dell’editoria, quindi chiudere tutta la partita entro novembre. Gli editori hanno posto sul tavolo vari temi, tra i quali la chiusura dei processi di ristrutturazione in atto e lo stanziamento delle risorse straordinarie necessarie per i prepensionamenti. Io però ritengo che, se di straordinarietà di deve parlare, alla straordinarietà che deve accompagnare quell’intervento debba essere affiancata anche una straordinarietà sul piano delle risorse da destinare all’occupazione».

Secondo il segretario Lorusso, infatti, «non si può ragionare soltanto in termini di uscite dal mondo del lavoro, ma bisogna anche ragionare di entrate. Se il governo, come è giusto che faccia, ritiene di dover prendere in considerazione la possibilità di trovare risorse per chiudere quella lista di attesa nella quale ci sono 377 persone, io ritengo che con altrettanta decisione il governo debba trovare le risorse per far sì che a quelle 377 uscite corrispondano, proprio nella straordinarietà dell’intervento, 377 entrate».

Se intervento straordinario deve essere, dunque, che vada nelle due direzioni di accompagnare i colleghi al prepensionamento garantendo allo stesso tempo alle redazioni nuova forza lavoro. «Di questo – ha concluso il segretario Fnsi – deve farsi carico il governo, che si vanta di avere approvato il jobs act. Ma, anche con la spinta del governo, devono farsene carico soprattutto gli editori, che devono capire che il nucleo fondante di questa professione sono il lavoro dipendente e il lavoro regolare, non il lavoro precario, e neanche lo sfruttamento».

Fonte: www.fnsi.it

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