Concita De Gregorio

La denuncia dei giornalisti de l’Unità è arrivata martedì 5 maggio, nel corso di una conferenza stampa convocata alla Camera dei deputati: l’ex direttore Concita De Gregorio e altri giornalisti del quotidiano fondato da Antonio Gramsci stanno ricevendo pignoramenti e ingiunzioni di pagamento per una cifra che ha già superato i 400 mila euro, dopo essere stati condannati in una serie di cause per diffamazione a risarcire i danni al posto della società editrice Nie (Nuova Iniziativa Editoriale Spa).
“Stanno pagando anche il conto dell’editore e questo non è giusto”, hanno sottolineato i rappresentanti del sindacato di categoria in conferenza stampa. “Questa situazione rischia di minare profondamente la libertà di stampa nel nostro Paese, perché nulla esclude che possa verificarsi in futuro anche in altri giornali”.

IL FALLIMENTO DELLA NIE. La società che editava l’Unità, la Nie, a giugno del 2014 è di fatto fallita: gli amministratori hanno deciso di metterla in liquidazione portando i libri in tribunale, con 32 milioni di debiti.
Da quel momento l’editore ha ufficialmente perso la capacità di pagare i creditori, compresi coloro che hanno vinto le cause per diffamazione e hanno diritto al risarcimento da parte del quotidiano.

GIORNALISTI OBBLIGATI IN SOLIDO. Come ricorda il Corriere della Sera, anticipando i contenuti di un’inchiesta del programma televisivo Report in onda domenica 10 maggio, il problema sta nel fatto che in caso di diffamazione “la responsabilità è ripartita tra editore, giornalista e direttore della testata in questa proporzione: 80% per cento per l’editore, 10% per il direttore, 10% per il giornalista che ha scritto l’articolo. I tre soggetti però sono responsabili in solido. Significa che se uno dei tre non è in grado di pagare, gli altri possono essere obbligati dal giudice a pagare per lui”.
Ed è proprio quello che è accaduto nel caso de l’Unità: l’editore non può pagare e così il tribunale ha deciso che a risarcire i soggetti diffamati dovranno essere i giornalisti, per il totale della somma.

DE GREGORIO: “DOVRÒ PAGARE ANCHE PER L’EDITORE”. Concita De Gregorio, cha ha diretto l’Unità dal 2008 al 2011, ha dichiarato: “Dovrò pagare ai creditori non la mia quota di responsabilità, ma la mia più quella di Nie, che naturalmente è molto più grande”.
I giornalisti coinvolti hanno poi sostenuto di non avere ricevuto né dalla segreteria de l’Unità, né dall’ufficio legale, alcuna informazione sull’evoluzione delle cause in corso. Secondo Giuseppe Macciotta, avvocato de l’Unità, i giornalisti sarebbero invece stati costantemente aggiornati.

LA NOTA DELLA PRESIDENTE DELLA CAMERA. “In occasione dell’iniziativa pubblica promossa dalla Fnsi, voglio esprimere tutta la mia solidarietà ai giornalisti e alle giornaliste de l’Unità – ex direttori inclusi – per la grave situazione nella quale molti di loro si sono venuti a trovare in conseguenza delle cause per diffamazione e dopo la messa in liquidazione della vecchia società editoriale”, così la presidente della Camera Laura Boldrini in una nota. “Le cospicue richieste di risarcimento economico che si trovano a fronteggiare in solitudine, i conseguenti pignoramenti degli stipendi – per chi al momento ne ha uno – o persino delle abitazioni, preoccupano tanto più nei confronti di una redazione che dall’agosto scorso è in cassa integrazione. Auspico che tutti i soggetti interessati avvertano la responsabilità di farsi carico di una questione che non può ricadere soltanto sui singoli giornalisti. Spero che alla soluzione di questo problema, che riguarda non solo l’Unità ma altre testate coinvolte nella grave crisi dell’editoria, anche la Camera possa concorrere individuando idonei strumenti legislativi. Mi auguro infine che de l’Unità possiamo tutti tornare ad occuparci al più presto da lettori e lettrici: mi unisco anch’io ai molti che contano sul più rapido ritorno del giornale nelle edicole”.

Fonti: Lettera 43; Ansa

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