Giornalisti minacciati

Si va dalle sottili pressioni alle minacce più aperte: a farle possono essere gruppi criminali ma anche uomini politici e d’azienda o semplici cittadini, tutti per cercare di ostacolare il lavoro dei giornalisti. Un fenomeno che preoccupa l’Europa e che per l’Italia non vede buone notizie.

Tra tutti i Paesi dell’Ue, il nostro è quello che nel 2016 registra il numero più alto di minacce e pressioni contro giornalisti e altri operatori dei media. Il dato emerge da uno studio dell’Agenzia europea per i diritti fondamentali. Un documento preparato per accompagnare i lavori di un incontro sul pluralismo nei media ospitato dalla Commissione europea, presente anche il vicepresidente Frans Timmermans.

Basandosi sui numeri del progetto “Mapping Media Freedom”, cofondato dalla stessa Commissione, il documento segnala per l’Italia 377 casi di minacce o pressioni dall’inizio dell’anno a settembre. Scorrendo la classifica, in Francia ci sono stati 55 casi, in Polonia 29, in Ungheria 28. Tra i più virtuosi: zero casi in Danimarca, Repubblica Ceca e Slovacchia.

I numeri, segnala comunque lo studio, potrebbero essere sottostimati da Paese a Paese. I metodi di raccolta dei dati infatti non sono stati uniformi e quindi anche il primato negativo dell’Italia potrebbe essere sovradimensionato. Per il nostro Paese, tuttavia, la situazione sembra peggiorare di anno in anno: i casi segnalati in tutto il 2015 erano stati infatti 82. E 58 nel 2014.

«È triste, ma non possiamo più dare per garantiti dei media liberi e pluralistici», ha affermato Timmermans durante l’incontro, parlando della situazione generale dell’Europa.

E gli effetti si sentono anche sulla fiducia dei cittadini: secondo un sondaggio dell’Eurobarometro, il 57% degli europei non crede che i propri media nazionali siano liberi da pressioni politiche o commerciali. Appena il 53% pensa che forniscano un’informazione affidabile.

Fonte: www.fnsi.it

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