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Appelli Fnsi e Usigrai 

 L’imprenditore italiano Antonino Vadalà è tra i sette arrestati, tutti italiani, dalla polizia slovacca che indaga sulla morte del giornalista ucciso, Jan Kuciak. Della famiglia Vadalà e dei presunti legami con la ‘ndrangheta ha scritto Kuciak nel
reportage pubblicato dal suo giornale. “Già da tempo la Procura distrettuale antimafia di Reggio Calabria aveva posto all’attenzione della polizia nazionale slovacca la necessità di monitorare le attività del gruppo dei calabresi arrestati”, ha detto il procuratore di Reggio Calabria Gaetano Paci.

In italia la Fnsi aveva lanciato un appello chiedendo chiarezza mentre dall’esecutivo Usigrai arriva la richiesta alla Rai di riprendere e completare l’inchiesta di Kuciak. L’uccisione di Kuciak – ricorda la Fnsi -  si aggiunge a quello di Daphne Caruana Galizia, la collega maltese uccisa in un attentato nell’ottobre 2017 e rappresenta ”un segnale inquietante per la libertà di informazione”.  “Entrambi – prosegue – si stavano occupando di inchieste sul riciclaggio di danaro di provenienza illecita. Un unico filo che ha segnato inesorabilmente il loro destino. Il primo, Jan, stava lavorando su una truffa riguardante i fondi strutturali dell’Ue che vedeva coinvolti anche presunti esponenti della ‘ndrangheta calabrese che operavano in Slovacchia. Elemento, questo, che è al centro di inchieste sia dei magistrati sloveni che italiani. La Federazione Nazionale della Stampa Italiana non può che esprimere tutta la sua preoccupazione per quello che è accaduto e rilanciare ancora una volta l’allarme sulla pericolosità delle mafie in Europa, alle quali le inchieste dell’informazione libera danno fastidio tanto da reagire in maniera violenta. Un fenomeno che in Italia conosciamo bene visto il numero dei colleghi ammazzati nel tempo e dei tanti cronisti pesantemente minacciati anche negli ultimi anni. La Fnsi condanna con fermezza quanto accaduto in Slovacchia e si impegna a illuminare anche in Italia i contesti che potrebbero essere contigui con l’omicidio del giovane collega Jan Kuciak e della sua fidanzata. Esistono già contatti tra i colleghi sloveni che si stanno occupando del caso e alcuni giornalisti italiani proprio con l’obiettivo di contribuire a fare luce su quanto è avvenuto. Un lavoro che si sta svolgendo in stretta sinergia con gli inquirenti italiani che seguono le dinamiche della ‘ndrangheta e il suo allarmante dinamismo di interessi in tutta Europa. Contatti che hanno trovato il pieno appoggio della Fnsi, che è anche impegnata a promuovere nel prossimo futuro dei momenti di approfondimento sul ruolo dell’informazione europea nel contrasto alle mafie”.

 Per l’esecutivo Usigrai riprendere l’inchiesta cominciata da Kuciak è  il miglior modo per onorare la sua memoria dimostrando cosi’ ” che nessuno può fermare la verità e la libertà di stampa. Può essere questa l’occasione – aggiunge l’Usigrai – per istituire il Nucleo di giornalismo investigativo più volte promesso”.  ”Intanto ai tg e al giornale radio chiediamo di pubblicare l’ultima inchiesta di Jan Kuciak: a chi uccide per silenziare la verità dobbiamo rispondere con le 1700 firme dei giornalisti Rai sotto quell’articolo”.

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