impatto digitalizzazione su giornalismo

La digitalizzazione, l’uso del web e la diffusione di nuovi dispositivi tecnologici e canali di trasmissione, hanno rivoluzionato il giornalismo e l’editoria a tal punto da rendere necessario fermarsi e riflettere sugli effetti dei cambiamenti in atto. E’ stato questo il tema centrale del corso di formazione deontologica che si è tenuto martedi 20 dicembre presso il teatro dell’Università E-Campus, in via Matera a Roma. Il corso, al quale hanno partecipato oltre 130 giornalisti, è stato organizzato dall’Ordine dei giornalisti del Lazio. Guido D’Ubaldo, presidente dell’Odg Lazio, nel suo saluto, ha ricordato l’importanza della formazione e dell’aggiornamento per qualificare e innovare la professione giornalistica. Insieme a lui ha portato il suo saluto la Prorettore dell’Università eCampus, Lorenza Lei.

Il tema dell’innovazione e dell’influenza delle nuove tecnologie sul modo di fare informazione è stato al centro del corso, ideato e coordinato da Maurizio Di Schino e Ivano Maiorella. Il titolo dell’incontro formativo, dal titolo “L’impatto della digitalizzazione sul giornalismo. Costi, convenienza e pirateria nell’editoria online” è stato aperto dal professor Mario Morcellini, presidente del Comitato Scientifico della Fondazione Sapienza. Morcellini ha presentato le coordinate di una recente ricerca che ha messo in evidenza come durante i due anni di emergenza Covid, i cittadini abbiano privilegiato l’informazione istituzionale e quella fornita dalle testate giornalistiche, sia cartacee, sia on-line. C’è stato anche un significativo recupero della televisione e della radio, quest’ultima capace di favorire l’approfondimento e di dare la possibilità di sedimentare a chi ne fruisce. Segnali che indicano come in periodi di emergenza l’informazione riacquisti centralità, e con essa la funzione di mediazione dei giornalisti, rispetto alla comunicazione generica e all’intrattenimento.

Eppure oggi tutti possono filmare e scrivere nella rete, in tempo reale, fatti e notizie che in passato erano trattati solo dal giornalismo certificato, che ne rispondeva. Molte home page di siti internet, dei quali non è chiara la natura, né la finalità, si spacciano per prime pagine di siti di informazione, ma non sono testate giornalistiche registrate. Come riconoscerle? Come incentivare e tutelare il mercato della vera editoria online? Nella rete, inoltre, si consuma sistematicamente una pirateria dell’informazione e della comunicazione che genera fenomeni degenerativi, quali disinformazione, fake news, linguaggio dell’odio.

Quali strumenti abbiamo per tutelare il diritto costituzionale delle comunità ad una corretta informazione, che presuppone una doverosa formazione deontologica di chi opera nel giornalismo?

Quattro giovani giornalisti hanno portato le proprie esperienze di redattori di edizioni on-line di testate nazionali e locali: Emanuela Del Frate, Linda Di Benedetto, Daniela Molina, Alessio Vallerga.

In chiusura, Maria Zegarelli, componente il Collegio di Disciplina dell’Odg nazionale, è intervenuta sul quadro normativo italiano ed internazionale, sui temi quali il diritto all’oblio, il diritto all’oblìo, la proprietà delle piattaforme e della necessità di autority terze.

 

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