Campo Dall'Orto

In Commissione di Vigilanza ci è svolta l’audizione del direttore generale Rai, Antonio Campo Dall’Orto e della presidente Monica Maggioni. Diversi i temi affrontati, dal canone in bolletta, fino ai piani per il futuro, passando per la questione dei tetti agli stipendi dei manager, fino alle newsroom. “L’idea di dare all’azienda risorse certe permette di pianificare. Questa prospettiva, una volta superato il primo anno, perchè si hanno sempre degli scompensi inevitabili quando si fanno queste modifiche, è positiva”, ha detto il dg rispondendo ad una domanda sull’introduzione del canone in bolletta. In Italia il canone più basso di tutti i servizi pubblici, ha detto, sottolineando come il fatto che possa far diminuire l’evasione sia un elemento positivo, “perché l’alta evasione infastisce gli utenti che pagano”. “Daremo tutto il nostro supporto ai a soggetti con cui interagiamo dal punto di vista tecnico”, ha proseguito, “anche perché abbiamo un database importante dal punto di vista gestionale”.

Secondo quanto riporta l’agenzia Ansa, il direttore generale ha negato la possibilità di un ingresso Rai nel mercato pay. “Non abbiamo nessuna intenzione di entrare nel mercato pay e di acquisire il calcio a pagamento. Abbiamo la volontà di costruire un’offerta multipiattaforma molto incisiva”. “In questa fase stiamo facendo l’analisi di tutti i diritti che abbiamo – ha aggiunto il dg -. Non credo che il servizio pubblico possa comprare diritti dei prodotti americani o quelli del calcio. Sono cose fuori dal perimetro del servizio pubblico. Altra cosa è valorizzare quello che abbiamo. Ci sono 17 mila contratti, e anche chi arriverà dopo di noi potrà utilizzare questo materiale che abbiamo liberato dal punto di vista dei diritti”. “Vogliamo ridare valore al canone – ha spiegato -, avendo in mente tutti coloro che usufruiscono dei nostri contenuti”.

Parlando dei piani per lo sviluppo futuro Campo dall’Orto ha sottolineato come il punto più complesso sia la strategia multipiattaforma. “Stiamo costruendo il piano industriale, che comprende sia la parte editoriale che quella economica. Ci vorrà qualche mese per completarlo”, ha detto. “La sfida che abbiamo di fronte è importante e va a incedere sul perimetro dei posti di lavoro. Queste sfide si fanno anche difendendo le competenze che si hanno e facendo in modo che quelli che lavorano in Rai possano avere una prospettiva lavorativa. Avere in Rai le competenze che permettano di compiere le azioni giuste aiuta a difendere il perimetro occupazionale. Stiamo cercando di rendere la Rai un’azienda più normale, in grado di difendersi da un punto di vista aziendale, perché questo significa anche difendere il ruolo del servizio pubblico”.

In merito alla pubblicità, ha poi spiegato come “La situazione della nostra concessionaria pubblicitaria è cambiata, nel senso che la ricreazione di valore attraverso l’aumento dei prezzi e la riduzione degli sconti è una strategia applicata con successo dall’estate scorsa”, aggiungendo che “la situazione va bene dal punto di vista dei ricavi”.

Inevitabile un richiamo anche al tema tetto degli stipendi “La Rai ha applicato i tetti retributivi previsti dalla legge a 44 soggetti che li superavano. Ciò ha comportato un appiattimento dei livelli retributivi e, di conseguenza, la possibilità che alcune di queste figure diventassero facilmente aggredibili dalla concorrenza. Poi con l’emissione di un bond, che ha fatto risparmiare all’azienda 8 milioni di euro, 15 delle 44 persone con retribuzione ridotta sono state riportate ai livelli precedenti, 4 adeguate al mercato, pur rimanendo al di sotto delle retribuzioni precedenti. Tutto questo ha comportato un risparmio di 2 milioni di euro l’anno”.

Quanto alla nascita delle newsroom, il dg ha spiegato che è stato iniziato “un percorso in cda su come il progetto passato attraverso il vostro vaglio (della Vigilanza, ndr) possa essere arricchito, riuscendo a coprire tutti gli ambiti necessari a fare il nostro mestiere. Ne abbiamo parlato in cda e ne riparleremo questo giovedì”. “Sul web non siamo un soggetto significativo oggi”, ha detto ancora il dg, spiegando che “è in corso un progetto molto importante di digitalizzazione della nostra library”. Campo Dall’Orto ha anche sottolineato che il contenzioso in Rai si è ridotto (le cause sono scese da 1350 a 978), e che “è nostra intenzione proseguire nella riduzione delle cause”. Sull’ipotesi di occupare gli spazi di Expo, il dg ha sostenuto che “il nostro atteggiamento è aperto e la Rai non può che affrontarlo con le altre istituzioni. Non siamo in una fase decisionale, ma di comprensione. Nel momento in cui comprenderemo le condizioni, potremo prendere una decisone in merito”. Parlando delle testate regionali, il manager ha sottolineato che “il rapporto con il territorio è uno dei temi più importanti che ci caratterizza. In un territorio come il nostro tutto questo è ancora più importante. La Tgr è un valore enorme per noi, perché consente un dialogo quotidiano con tutto il Paese, e va valorizzata”. Il dg ha ricordato inoltre che, sugli appalti esterni, la Rai “applica il codice degli appalti pubblici e il criterio di scelta è rappresentato dall’offerta economicamente più vantaggiosa. Le gare si fanno così, ma stiamo cercando di introdurre elementi che riescano a combinare prezzo e servizio, per avere le eccellenze” Parlando dei talk, Campo Dall’Orto ha aggiunto che “stiamo vedendo uno sforzo reale nel provare a rendere più comprensibile ciò che viene fatto. E’ già un risultato non avere così diffusa la sensazione di pollaio o rissa dei nostri programmi”. In merito al ricorso sul taglio di 150 milioni ai trasferimenti alla Rai, deciso dallo scorso cda, il dg ha spiegato che “non c’è stata ancora la decisione di primo grado” e che il vertice di Viale Mazzini “sta difendendo la prospettiva aziendale”. “La speranza è che questi interventi, oltre a dare certezza di diritto, evitino il crearsi di questo tipo di situazioni che non sono mai virtuose, quando ci sono soggetti dello stato uno contro l’altro”. Il dg ha quindi ricordato che dal primo maggio Rai5, Rai Storia e Rai Yoyo saranno senza pubblicità.

Durante l’audizione è intervenuta anche la presidente Monica Maggioni, che ha parlato della scelta di ricorrere a figure esterne da parte della tv pubblica: “Alcune figure in azienda non ci sono e sono legate alla trasformazione in media company. Questa operazione richiede competenze specifiche che in Rai non ci sono. Di fronte all’impossibilità di coprire posizioni dall’interno, ci si rivolge all’esterno. C’è anche bisogno di un po’ di commistione rispetto all’esterno, per offrire possibilità in più a chi lavora già in Rai”.

“L’azienda ha risposto con forza e con grande capacità”, ha detto Maggioni in merito al cambio di programmi lodando “la rapidita’ da parte del dg con cui si e’ messo mano ai palinsesti”. “Sul terrorismo abbiamo risposto in maniera corretta”, ha fatto eco il dg Antonio Campo Dall’Orto, aggiungendo che il servizio pubblico “non deve essere un soggetto portatore di ansia , ma deve saper raccontare e contestualizzare”.

In merito ai rapporti tra lei e il direttore generale, la presidente ha detto: “Sento parlare di una preoccupazione rispetto a come potremo governare insieme, questo riesce a strapparmi un sorriso: abbiamo in mente di avere un mandato comune che si esplica insieme”. “C’è un progetto che unisce le persone – ha proseguito. Ci piacerebbe immaginare che quando finiremo lasceremo una Rai migliore rispetto a quella che abbiamo trovato”.

Fonte: www.primaonline.it

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