Sede Rcs di via Rizzoli

Un gruppo di noti giornalisti del Corriere della Sera invita i colleghi a comprare azioni Rcs per trovare rappresentanza nell’azionariato, destabilizzato dall’inattesa uscita annunciata dal primo azionista Fiat Chrysler.

In una lettera aperta, alcune note firme del quotidiano parlano di “occasione da non perdere” e spiegano che “la situazione del tutto inedita in cui si trova oggi la casa editrice del Corriere è tale da richiedere un segno anche da parte nostra”.

Ecco allora la proposta di una “società dei redattori, aperta a pensionati e poligrafici, alla quale potrebbe partecipare con una quota libera chiunque voglia essere della partita”, per rilevare un pacchetto di azioni di Rcs, che “capitalizza oggi circa 300 milioni: poco più di un bel palazzo nel centro di Roma e di Milano (venduto a prezzi di mercato, non svenduto)”.

L’obiettivo, si legge, sarebbe di esercitare un ruolo di “garanzia e controllo”, “costruire un presidio di professionalità nell’azionariato, capace se possibile di garantire un ruolo di rappresentanza”; “in più, daremmo un messaggio chiaro e inequivocabile del nostro impegno a difendere la leadership del Corriere vincendo le nuove sfide che ci troviamo di fronte, a maggior ragione dopo che la fusione fra Repubblica e Stampa è destinata a modificare radicalmente lo scenario editoriale italiano”. E’ proprio nell’ambito dell’operazione con l’Espresso che Fiat (socio di controllo di Stampa e Secolo XIX) ha annunciato la volontà di distribuire ai propri soci il 16,7% detenuto in Rcs ed uscire così definitivamente dal capitale.

I giornalisti sottolineano di non volere per questo sostituirsi agli azionisti rimasti, “cui chiediamo anzi di fare con maggior convinzione la loro parte: reinvestendo nel giornale, se necessario, parte dei rilevanti profitti che il Corriere ha garantito loro in tanti anni”.

Tra le oltre 40 firme Pierluigi Battista, Aldo Cazzullo, Luigi Ferrarella, Emilio Giannelli, Claudio Magris, Sergio Rizzo, Fiorenza Sarzanini, Beppe Severgnini, Gian Antonio Stella.

Fonte: www.reuters.com

1.692 visite