Il tribunale di Roma “ha disposto la liberazione dal pignoramento della testata giornalistica l’Unità, appartenente ad Unità s.r.l., con soddisfazione dei giornalisti del quotidiano che hanno percepito tutto quanto si attendevano. La storica testata non va più all’asta e rimane quindi nella piena titolarità di Unità s.r.l. che sta facendo e farà quanto necessario per mantenerne integro il valore”. Lo annuncia in una nota Piesse, editore dell’Unità.
Per i lavoratori è “un grande risultato”, commentano Maria Zegarelli e Massimo Solani, componenti del Comitato di redazione, sottolineando che “é stato necessario rivolgersi ad un tribunale, arrivando al pignoramento della testata, per veder riconosciuto ai giornalisti il diritto allo stipendio. Un diritto più volte rivendicato senza ottenere mai alcun riscontro da parte dell’azienda proprietaria del quotidiano fondato da Antonio Gramsci”. Per i lavoratori è stato un altro capitolo difficile, ma questa vittoria crea un precedente importante, considerata la crisi dell’editoria e il mancato rispetto dei diritti fondamentali, cosa che avviene sempre più frequentemente.
Larga parte dei giornalisti dell’Unità, infatti, alla fine dello scorso anno ha presentato dei decreti ingiuntivi per avere i due stipendi non pagati prima della chiusura del quotidiano, scomparso dalle edicole il 1 giugno scorso. Da allora l’azienda editrice, il gruppo Pessina all’80%, non ha dato alcuna risposta ai lavoratori, che sono poi ricorsi alle vie legali chiedendo il pignoramento. Dopo mesi di ulteriore silenzio da parte della Unità srl, anche sulle ingiunzioni di pagamento, il giudice ha agito nell’interesse dei creditori. In questi giorni sia al comitato di redazione che allo studio legale si sono palesati alcuni imprenditori interessati all’acquisto della storica testata.