“Alla Biblioteca di storia moderna e contemporanea la vicenda di Stefano Lecchi, primo fotoreporter di guerra nella Repubblica Romana”, nuovo corso di formazione di giornalismo culturale

L’evento si svolgerà il 30 ottobre e dà diritto a 4 crediti formativi

L’ottavo corso di formazione dedicato al “giornalismo culturale”, “Alla Biblioteca di storia moderna e contemporanea la vicenda di Stefano Lecchi, primo fotoreporter di guerra nella Repubblica Romana”, si terrà mercoledì 30 ottobre presso la Biblioteca di storia moderna e contemporanea.

Organizzato dal presidente Guido D’Ubaldo e dall’Ordine dei Giornalisti del Lazio in collaborazione con la Direzione generale biblioteche e diritto d’autore del Ministero della Cultura, il corso presenterà la vicenda di Stefano Lecchi, primo fotoreporter di guerra, autore del racconto fotografico realizzato sulle rovine di Roma, già nel luglio del 1849, di cui si potranno ammirare gli scatti. Si tratta del primo esempio di reportage di guerra finora conosciuto, dove l’immagine trascende la centralità del soggetto rappresentato per diventare memoria storica. Lecchi realizzò una serie di fotografie sui luoghi dove Garibaldi e altri patrioti accorsi da tutta Italia avevano strenuamente difeso la città, assediata dal corpo di spedizione francese inviato a restaurare il potere papale. Un antesignano “giornalista sul campo” che, nato nel 1803, si era dedicato a sperimentare le sue abilità di fotografo: anni di ricerca e osservazioni avevano spinto Lecchi a collaudare un metodo per colorare i dagherrotipi e in particolare il dispositivo di messa a fuoco, inventando un apparecchio fotografico innovativo.

La Biblioteca conserva il copioso Fondo Lecchi: un racconto per immagini che documenta la Storia, subito dopo la caduta della Repubblica romana, avvenuta il 3 luglio 1849. Una narrazione documentaria e visiva molto emozionante che offrirà immancabili spunti di riflessione sulla “necessità” della professione e sui suoi rischi in tempo di guerra, oggi particolarmente attuale.
Si proseguirà, quindi, con l’analisi di alcune fotografie che hanno segnato la storia del Novecento, immagini che hanno influenzato il racconto giornalistico e sono entrate nell’immaginario della collettività, come la foto del 1978 del ritrovamento del corpo di Moro nel bagagliaio della Renault 4 parcheggiata in via Caetani, la strada in cui si trova la biblioteca.