Ironico, colto e sempre elegante con il suo immancabile papillon. Sarà ricordato così Roberto Gervaso, giornalista e scrittore di successo morto a Milano dopo una lunga malattia all’età di 82 anni. Lascia la moglie Vittoria e la figlia Veronica, giornalista del Tg5, che ha voluto ricordarlo così su Twitter: “Sei stato il più grande, colto e ironico scrittore che abbia mai conosciuto. E io ho avuto la fortuna di essere tua figlia. Sono sicura che racconterai i tuoi splendidi aforismi anche lassù. Io ti porterò sempre con me”.
Autore di numerose biografie, Gervaso ha collaborato a lungo con Indro Montanelli, soprattutto per i primi volumi della Storia d’Italia, quelli che vanno dal Medioevo al Settecento. Tra i suoi più grandi successi, anche la biografia su ‘Cagliostro’ (Rizzoli), mago ciarlatano e massone, con cui si aggiudicò il premio Bancarella nel 1973. Molti i personaggi incrociati nel suo lungo percorso di divulgatore storico, da Nerone a Claretta, dalla monaca di Monza a Casanova. Ma la sua vena ironica spiccava soprattutto nei titoli di altri celebri libri dedicati al rapporto di coppia: ‘La vita è troppo bella per viverla in due (breve corso di educazione cinica)’ e ‘L’amore è eterno finché dura’. Nonostante il successo e la poliedricità, Gervaso ha però combattuto più volte contro il ‘male oscuro’, fino a scriverne un libro: ‘Ho ucciso il cane nero. Come ho sconfitto la depressione e riconquistato la vita’ pubblicato da Mondadori nel 2014. Tra le sue grandi passioni, spiccava quella per gli aforismi, come del resto ricordato anche dalla figlia Veronica nel suo messaggio di addio. ‘Il grillo parlante’ e ‘La volpe e l’uva’ furono entrambi pubblicati da Bompiani negli anni Ottanta. Come giornalista, ha scritto per il Corriere della Sera e ha collaborato con numerose testate. Ma il grande pubblico lo ricorda anche per il suo programma televisivo ‘Peste e corna’, andato in onda di primo mattino per dieci anni su Rete4. Numerosi i messaggi di cordoglio per la sua scomparsa, primo fra tutti quello del presidente della Repubblica Sergio Mattarella, che ha voluto ricordarlo come “un uomo di finissima cultura, protagonista, per lunghi anni, del giornalismo e della vita culturale del nostro Paese”.
Il Consiglio dell’Ordine dei giornalisti del Lazio esprime cordoglio alla famiglia e vicinanza ai colleghi che lo hanno conosciuto ed apprezzato.
Fonte: Ansa.