di Carlo Picozza
Ci ha lasciati Oria Gargano, già collaboratrice di Repubblica e altre testate, animatrice di “Differenza Donna”, prima, e fondatrice, nel 2007, di “BeFree”, la cooperativa a difesa delle vittime di aggressioni, di tratta e altre violenze. Oria se n’è andata mercoledì 29 ottobre scorso, aveva 69 anni e tanti progetti ancora da realizzare in difesa delle donne più emarginate.
Il suo desiderio di giustizia, la tenacia di attivista dei diritti l’avevano portata a privilegiare l’impegno di solidarietà con gli ultimi, anche rispetto al giornalismo. Così, a lei ci si rivolgeva, per far accogliere, in uno dei centri antiviolenza coperti
per i più, alcune donne aggredite e in pericolo. E a lei si deve l’apertura, nel 2009, dello sportello per l’ascolto delle pazienti vittime di aggressioni, nel Pronto soccorso dell’ospedale romano San Camillo, attivo a ogni ora.
Il testimone di Oria Gargano è già nelle mani sicure delle operatrici di BeFree, oltre cento donne che prestano la loro opera nelle case rifugio e nei centri antiviolenza sparsi nell’Italia centrale, dal Lazio all’Umbria, dal Molise all’Abruzzo, la regione di Oria, nata a Villa San Sebastiano, frazione di Tagliacozzo, in provincia dell’Aquila.
E adesso le operatrici della cooperativa BeFree la ricordano così: «Oria è arrivata con la forza di un uragano nelle nostre vite insegnandoci che insieme possiamo cambiare il mondo».
Questo anelito, che è tenacia e passione insieme, si coglie nel romanzo di Oria Gargano, L’amore poderoso (Iacobellieditore, Roma, 2022).
Con lei se ne va una testimone partecipante di questi nostri tempi aridi, un militante della giustizia sempre pronta a difendere con generosità gli ultimi e i loro diritti.
In tanti l’hanno salutata ieri nella camera ardente allestita nella sala della Protomoteca in Campidoglio. Altri lo faranno domani, domenica 2 novembre, alle 15, in Trastevere, nella chiesa di San Francesco a Ripa.
Ciao Oria, che la terra ti sia lieve.