Una striscia di benzina a mo’ di miccia e poi il rogo della vettura, nella notte tra il 17 e il 18 luglio è stata così distrutta l’auto utilizzata da Francesco Digiorgio, giornalista pubblicista, presso gli altipiani di Arcinazzo, nell’alto frusinate (Lazio). La vettura era di proprietà della sua compagna ma tutto fa pensare che Digiorgio fosse il vero obiettivo dell’incendio, anche perché la sua macchina era da alcuni giorni in officina per riparazioni e la mano che ha colpito è andata a colpo sicuro sotto la sua abitazione.
L’Ordine dei Giornalisti del Lazio e il Consiglio nazionale esprimono solidarietà a Digiorgio per questo gesto premeditato. Saranno gli inquirenti e la magistratura ad accertare i fatti, ma la vicenda è molto grave. L’episodio sarà segnalato al coordinamento per la sicurezza dei giornalisti istituito presso il Ministero dell’interno.
Sul posto sono intervenuti Polizia e Vigili del Fuoco. “L’attentato incendiario ha messo a rischio un’intera palazzina dove, oltre a noi, alloggiano anche altre persone. La mia compagna inoltre è incinta al sesto mese. Un atto intimidatorio tipico dei metodi mafiosi.” Così Digiorgio scrive sul sito “Informare h24” sul quale, da un po’ di tempo, si occupava di diverse anomalie riguardanti il pascolo degli animali nella zona.