«Chi condivide la necessità, evidenziata dal Capo dello Stato, di ‘salvaguardare le molteplici voci dell’informazione’, non può sostenere una norma che provocherebbe la chiusura di …
«Chi condivide la necessità, evidenziata dal Capo dello Stato, di ‘salvaguardare le molteplici voci dell’informazione’, non può sostenere una norma che provocherebbe la chiusura di numerose testate e la perdita di numerosi posti di lavoro. Il presidente del Consiglio chieda il ritiro dell’emendamento», affermano Fnsi e Ordine dei giornalisti. «Vi sono alcuni valori di fondo che costituiscono l’ossatura e la chiave di lettura» della nostra Carta Costituzionale. «Uno di questi valori è il pluralismo, che sostiene l’intero impianto della Costituzione, in conseguenza della scelta di porre la persona – ogni persona – al centro dell’azione dello Stato in tutte le sue articolazioni», afferma il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, durante la cerimonia per lo scambio degli auguri di fine anno con i rappresentanti di istituzioni, forze politiche e società civile. «Pluralismo nella libertà riconosciuta al mondo dell’informazione e alle molteplici voci che ne costituiscono espressione; da salvaguardare perché rappresentano un presidio irrinunciabile dello Stato democratico», ha aggiunto Mattarella. «Le parole del presidente della Repubblica sulla ‘centralità del pluralismo nell’assetto dell’ordine istituzionale’ e, in particolare, sulla ‘centralità del pluralismo dell’informazione’ devono far riflettere tutti», è il commento di Federazione nazionale della Stampa italiana e Ordine nazionale dei giornalisti. «Il presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, che alla cerimonia dello scambio di auguri al Quirinale ha applaudito il discorso del presidente Mattarella, induca adesso il governo a fare marcia indietro e chieda il ritiro dell’emendamento sul taglio al fondo dell’editoria. Chi condivide la necessità, evidenziata dal Capo dello Stato, di ‘salvaguardare le molteplici voci dell’informazione, quale presidio irrinunciabile dello Stato democratico’, non può sostenere l’approvazione di una norma che provocherebbe la chiusura di numerose testate giornalistiche e la perdita di numerosi posti di lavoro», concludono Fnsi e Cnog.