
È morto a 94 anni Furio Colombo. Giornalista di primo piano, è stato inviato della Rai sulle crisi internazionali, editorialista di Repubblica, direttore dell’Unità e fondatore del Fatto quotidiano. Era iscritto al nostro Ordine dal 1967. Inoltre, è stato per tre legislature parlamentare per i Ds, l’Ulivo, il Pd. I funerali si svolgeranno domani, mercoledì 15 gennaio, alle 15 al Cimitero Acattolico di Roma. Alla famiglia giungano le condoglianze del presidente Guido D’Ubaldo e di tutto il Consiglio dell’Ordine dei Giornalisti del Lazio.
Abbiamo chiesto a Giuseppe Giulietti, coordinatore e fondatore di Articolo 21, di tracciare un profilo del grande giornalista scomparso.
di Giuseppe Giulietti
Libero, ironico, rigoroso, gentile, capace di ascoltare e di insegnare, protagonista di tanti corsi di aggiornamento professionale promossi dall’Ordine dei Giornalisti e non solo, alieno da qualsiasi volgarità e banalizzazione, questo è stato, e molto altro, Furio Colombo, giornalista, scrittore, autore, parlamentare di valore, soprattutto a lui si deve l’istituzione della Giornata della memoria che è stato il compimento di una vita dedicata a contrastare le più velenose forme di antisemitismo, di odio etnico e religioso. Del resto contrastava qualsiasi forma di discriminazione: politica, di genere, sociale, culturale. Da autentico liberal, così diverso da non pochi liberali un tanto al chilo di casa nostra, aveva parteggiato per i neri negli Stati Uniti, per le minoranze oppresse, per ogni forma di diversità e differenza.
Ho avuto il privilegio di sedere accanto a lui nella comune esperienza parlamentare, ricevendone consigli, sollecitazioni, appunti critici, stimoli all’azione contro ogni bavaglio, anche quelli sostenuti da non pochi parlamentari del centro sinistra. Quando non era convinto Furio Colombo non esitava ad alzarsi in aula e manifestare il dissenso, senza farsi condizionare dal principio di autorità e lo faceva senza spirito polemico, senza spocchia, ma con la gentilezza di sempre, obbedendo ad una sua intima, irrinunciabile coerenza.
Per questo non ha mai disertato la frontiera della libertà di informazione, contro i bavagli di ieri e di oggi, spendendosi generosamente della parte dell’articolo 21 della Costituzione. Spetta a ciascuno di noi non disperdere questo patrimonio etico e professionale, bisognerà avere la capacità di ricordarlo nel modo più degno, magari ritrovando e raccogliendo i tanti contributi, anche video, delle sue lezioni e dei suoi interventi nella tante iniziative promosse da Articolo 21, dall’Ordine del Lazio, dalla Federazione della stampa, dalla Fondazione Murialdi, lezioni e interventi che non hanno perso incisività, vis polemica, profondità e che, in questo presente e nei tristi giorni del presente, serviranno come monito e stella polare.