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Il Comitato di Redazione di Askanews e tutta la redazione dell’agenzia denunciano di aver subito “una nuova aggressione violentissima da parte dell’azienda. Al tavolo attivato al ministero del Lavoro, in totale spregio del confronto sindacale – si legge in una nota diffusa dalla Federazione Nazionale della Stampa – la società di Luigi Abete ha confermato 27 esuberi con l’ennesimo ricorso a una cassa integrazione pesantissima chiudendo la porta a qualsiasi possibilità di mediazione”. Il Cdr – affiancato dalla Fnsi e dalle associazioni territoriali di categoria romana, toscana e lombarda – aveva avanzato una serie di proposte “serie e sostenibili – prosegue la nota- compreso un pesante sacrificio da parte dei lavoratori, per gestire la fase di crisi, ma l’amministratore delegato Daniele Pelli le ha respinte tutte, cambiando in continuazione percentuali e proposte, tutte pretestuose e in spregio anche al contratto, in un gioco irresponsabile che aveva il solo fine di rompere la compattezza di una redazione provatissima da ammortizzatori e assenza di stipendio”. Alla fine la scelta dell’azienda è stata quella di procedere “in maniera unilaterale con la richiesta di una Cigs pesantissima. Una strada che, unita all’avvio del concordato preventivo, metterà nuovamente in ginocchio la produzione e la capacità dell’agenzia di stare sul mercato ponendo a rischio la continuità stessa dell’azienda, che pure la società dice di voler garantire anche ai creditori con la richiesta della procedura concorsuale”. I giornalisti di Askanews, che non hanno percepito lo stipendio di dicembre e solo una minima parte di quello di gennaio, denunciano quindi “l’atteggiamento irresponsabile dell’editore” e annunciano che continueranno “a lottare per difendere un patrimonio dell’informazione italiana dalle scelte scellerate della proprietà e del management. Allo stesso tempo i giornalisti dell’agenzia fanno appello a tutte le Istituzioni pubbliche e private, le associazioni sindacali e di categoria, affinché facciano quanto in loro potere per far recuperare ragionevolezza all’editore Luigi Abete”.

Fonte: Ansa.

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