Senza categoria

Ciao Gino

Gino Falleri ci ha lasciati questa notte. Vicepresidente del Consiglio dell’Ordine dei Giornalisti del Lazio, era nato nel 1926 a Mercatello sul Metauro (Pesaro-Urbino) e …

Gino Falleri ci ha lasciati questa notte.

Vicepresidente del Consiglio dell’Ordine dei Giornalisti del Lazio, era nato nel 1926 a Mercatello sul Metauro (Pesaro-Urbino) e ricopriva la carica dal 1964. E’ rimasto al suo posto fino all’ultimo.

Falleri è stato anche presidente del Gus (Gruppo giornalisti uffici stampa) da lui stesso fondato negli anni ottanta ed ha ricoperto anche importanti cariche sindacali nella Fnsi. Cavaliere di Gran Croce della Repubblica è stato, tra l’altro, anche fondatore e consigliere dell’Eurispes oltre che dell’ Eapo con sede a Bruxelles, dove si recava spesso. Ha ideato e presieduto la giuria del Premio giornalistico internazionale ”Argil uomo europeo”. Laureato in giurisprudenza era iscritto all’elenco dei pubblicisti dal 1957. Iniziò la sua carriera al Messaggero e successivamente collaborò con numerose testate. Gino aveva nel sangue il sacro fuoco della professione. Ancora giovane, attorno agli anni cinquanta, cominciò a scrivere i suoi primi articoli. Ricordano che si rivolse ad un collega affermato che, dopo aver letto la sua prosa, volle aiutarlo, perchè dimostrava di avere il talento necessario alla professione. Da allora, si può dire che non lasciò mai più il giornalismo. Ed oltre a scrivere, volle entrare negli organismi della categoria per comprendere meglio le dinamiche della professione. Per oltre 40 anni, Gino è stato una figura carismatica dell’Ordine e del pubblicismo italiano, prima da consigliere, poi da vice presidente, carica che ha mantenuto sempre con intelligenza e devozione. Per un certo periodo, negli anni novanta, divenne anche presidente. Nel suo ufficio al secondo piano di piazza della Torretta, riceveva ogni giorno i colleghi più giovani ai quali non faceva mancare consigli e suggerimenti. Rivedeva le pratiche con rigore, ma anche con grande comprensione perchè sapeva che non era facile iniziare la professione soprattutto oggi in una congiuntura così critica per l’editoria. Scrupoloso fino all’inverosimile, conosceva i codici come un avvocato, ricordava a memoria gli articoli del penale e del civile e leggeva con attenzione le sentenze della Corte di Cassazione che rammentava ai colleghi che lavoravano con lui in Consiglio.

Dell’Ordine dei giornalisti diceva: ” è come una creatura e non lo lascerò mai”. Ci mancherà.

La presidente, l’intero Consiglio regionale del Lazio e tutti i dipendenti, addolorati, si stringono alla moglie, signora Rossana e al figlio Roberto, così come a tutti i colleghi che in questi anni l’hanno conosciuto e gli hanno voluto bene.

Le esequie si terranno domani, 19 marzo, a Roma alle ore 15 nella Parrocchia di San Mattia, Via Renato Fucini, 285.