Oltre cento i colleghi iscritti che hanno partecipato
Si è concluso con una sala gremita con oltre 100 colleghi iscritti, e molti altri in lista di attesa che purtroppo non hanno potuto partecipare, il corso di formazione dedicato al giornalismo culturale “Alla scoperta del Salone Borromini alla Vallicelliana: il restauro della Libraria di San Filippo Neri”, che si è svolto nel Salone Borromini della Biblioteca Vallicelliana.
Dopo i saluti istituzionali della direttrice generale Biblioteche e diritto d’autore del Mic, Paola Passarelli, il presidente dell’Ordine dei giornalisti del Lazio Guido D’Ubaldo, che ha promosso il ciclo di eventi, ha introdotto la giornata ricordando l’importanza della formazione non solo come rispetto dell’obbligo di legge ma anche come aggiornamento professionale. Formazione che, ha sottolineato il presidente Odg Lazio, rappresenta il focus del suo mandato. Ricco e prestigioso il parterre di relatori che si sono susseguiti: da quelli più tecnici come Livia Marcelli, direttrice Biblioteca Vallicelliana; Francesca Fioret, funzionaria bibliotecaria responsabile del restauro e Chiara Faia, restauratrice, a quelli professionali dei colleghi Elisabetta Stefanelli, Ansa; Edoardo Sassi, Corriere della Sera e Gianni Maritati Tg1. Questi ultimi si sono soffermati sulle difficoltà di far emergere informazioni di nicchia come quelle culturali in un contesto e periodo in cui il giornalismo soffre molto la riduzione di spazi rispetto a tematiche e settori che non vengono considerati proficui.
A fare da cornice al corso è stata la bella sala Borromini, un maestoso ambiente a pianta rettangolare, con copertura lignea a cassettoni rivestita in stucco color travertino e pavimentazione in cotto bicromo che fu inaugurata dallo stesso Francesco Borromini nel 1644. La sala luminosissima grazie all’apertura di 16 finestre, incluso il balcone che affaccia su piazza della Chiesa Nuova, ha il suo nucleo centrale nella Libraria di San Filippo Neri, antica scansia lignea commissionata nel 1662 da Cesare Mazzei nella quale sono conservati, ancora oggi, i volumi appartenuti al Santo e da lui lasciati alla Biblioteca con il testamento del 1595.