
Non si limita a raccontare i processi. Va oltre le aule di tribunale, oltre le carte e le cronache giudiziarie. Lo fa con rigore, ma anche con una voce chiara e umana. È per questo che Ermes Antonucci, giornalista de Il Foglio, è stato scelto come vincitore della sesta edizione del Premio “Massimo Bordin” per il Giornalismo e l’Informazione Giudiziaria.
Il riconoscimento, assegnato all’unanimità dalla giuria, sarà consegnato sabato 14 giugno 2025 a Rimini, durante una delle sessioni del IX Open Day dell’Unione Camere Penali Italiane. Un appuntamento pensato per valorizzare il giornalismo che sa guardare con profondità e spirito critico al mondo della giustizia.
Classe 1991, abruzzese di nascita e romano d’adozione, Antonucci è uno dei volti più interessanti del giornalismo giudiziario italiano. Con i suoi articoli e con due saggi di grande impatto (“I dannati della gogna”, Liberilibri 2021 e “La repubblica giudiziaria”, Marsilio 2023), ha ricostruito storie che hanno lasciato ferite profonde: indagini finite nel nulla, processi che hanno sconvolto vite intere.
Nel corso della sua carriera, Antonucci ha anche acceso i riflettori su un tema spesso dimenticato: le condizioni della detenzione in Italia.
Il premio “Massimo Bordin” non celebra solo la competenza tecnica o lo stile narrativo. Premia uno sguardo consapevole, una voce capace di entrare nei meccanismi della giustizia senza cedere mai al sensazionalismo. Un giornalismo che informa, ma fa anche pensare. E che, nel caso di Ermes Antonucci, dimostra come si possa essere giovani cronisti e al tempo stesso custodi attenti del diritto di sapere – con onestà, coraggio e senso del limite.