Rai

“La spartizione è servita. Come nelle peggiori tradizioni della partitocrazia, in pieno agosto ci si è affrettati a spartirsi le poltrone della Rai. Non è una questione di nomi, di questo o quel consigliere. È una questione di metodo. Utilizzato anche da chi aveva promesso di rottamare il passato”. Lo scrive in una nota l’Usigrai.
“Il CdA Rai è stato nominato con il bilancino dei partiti, senza alcun tipo di discussione sul mandato del nuovo vertice, e quindi sui profili necessari a traghettare verso il futuro la più grande azienda culturale e informativa del Paese, né sul finanziamento. E tutto questo è ancora più grave visto alla vigilia del rinnovo della Concessione di Servizio Pubblico. Ancora una volta i partiti hanno affermato che la Rai è proprietà loro. I cittadini possono aspettare. Per loro e per la Rai non è la volta buona”.

Sulla nomina del CdA Rai è intervenuto anche Raffaele Lorusso, segretario generale della Fnsi. “Il giudizio di metodo sulla nomina del nuovo cda della Rai rimane negativo. Non si può non confermare quanto già detto alla vigilia – osserva Lorusso – Il metodo è sbagliato e rischia di produrre conseguenze pericolose per il futuro della Rai e del Servizio pubblico radiotelevisivo. Governo e Parlamento hanno perso l’occasione di riformare il sistema, a partire dalla soluzione di nodi strutturali come i conflitti di interessi e l’assenza di efficaci norme antitrust. La Fnsi non può comunque che salutare l’elezione di Franco Siddi, che per sette anni ha guidato il sindacato dei giornalisti italiani: siamo sicuri che, pur in un Cda di transizione, saprà farsi interprete dei valori di libertà, autonomia ed indipendenza racchiusi nell’articolo 21 della Costituzione”.

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