Charlie Hebdo

A un anno dal sanguinoso attacco alla sua sede parigina, il settimanale Charlie Hebdo torna a far discutere con una copertina che rappresenta un dio con un Kalashnikov sulle spalle e che ha già suscitato la reazione della Chiesa.

La protesta dei vescovi. ”La Conferenza episcopale francese non commenta chi cerca solo di provocare. È il genere di polemiche di cui la Francia ha bisogno?”, hanno scritto i vescovi francesi in un tweet.

La protesta dei musulmani.  Il presidente del Consiglio francese del culto musulmano, Anouar Kbibech, si dice “ferito” dalla copertina del numero speciale di Charlie Hebdo a un anno dall’attacco, che rappresenta Dio con un Kalashnikov in spalla e l’abito insanguinato. “Colpisce tutti i credenti delle diverse religioni”, ha detto a Le Parisien. “Abbiamo bisogno di segni di distensione. Chiaramente questa caricatura non aiuta, in un momento in cui abbiamo bisogno di ritrovarci fianco a fianco – spiega -. Bisogna rispettare la libertà di espressione dei giornalisti ma anche quella dei credenti”.

“Non mi riconosco in questa immagine di Dio contraria ai valori veicolati dalle religioni monoteiste. Dio è per me simbolo di misericordia”, aggiunge, bollando poi il disegno come “mediocre sul piano artistico”.

L’immagine che fa discutere. Nella copertina, sotto il titolo ‘Un anno dopo – L’assassino ancora in fuga’, si vede l’immagine di un Dio barbuto, con un Kalashnikov in spalla e le tracce di sangue sulla tunica. È un modo per prendersi gioco degli attentatori che uccisero dodici persone nella redazione della rivista satirica, i quali hanno ucciso in nome di Dio. “Il nostro giornale è vivo, ma gli assassini sono ancora in libertà”, hanno scritto i redattori del giornale ricordando i tragici fatti del 7 gennaio 2015 e sottolineando quanto il pericolo della violenza fondamentalista sia più che mai vivo.

Il numero speciale, la cui copertina è in bianco e nero con la sola eccezione del rosso sangue, avrà una tiratura di un milione di copie.

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