“La rotta di Google va decisamente corretta, non può essere ‘insieme per il Copyright’, come il gigante digitale ha fatto pubblicare in una pagina a …
“La rotta di Google va decisamente corretta, non può essere ‘insieme per il Copyright’, come il gigante digitale ha fatto pubblicare in una pagina a pagamento ieri sui grandi quotidiani, ma ‘insieme per la libertà’ perché la circolazione delle informazioni nel mondo non può essere una discrezionalità privata e proprietaria. Nuovo compito della stampa è proprio quello di vigilare anche sul potere degli Over the Top delle grandi piattaforme digitali. ‘Insieme per la libertà’ perché il tema travalica categorie e interessi settoriali e impatta sulle scelte che ogni giorno compiamo nella nostra vita”. Lo afferma il presidente del Consiglio Nazionale dell’Ordine dei Giornalisti Carlo Verna in un video pubblicato nella sezione “Video” del sito e sulla pagina Facebook del Cnog. “Difficile immaginare che la scelta di Google di acquistare spazi sui giornali sia una reazione alle decisioni del Parlamento Europeo che, in scadenza, non potrà perfezionare quelle determinazioni – prosegue Verna -. Si pongono dunque due questioni fondamentali che l’ordine nazionale dei giornalisti intende evidenziare: 1) la circolazione delle informazioni nel mondo e la loro selezione invece di essere una funzione pubblica è oggi una discrezionalità privata e proprietaria; 2) i sistemi intelligenti che governano con le notizie l’intera ricerca di contenuto sono basati sugli interessi e le discrezionalità dei proprietari e non sull’automaticità tecnologica”. “Partendo proprio da quel che scrive Google, l’Ordine dei Giornalisti ritiene di dover affrontare direttamente questo tema strategico domandandosi chi decida, e per quali motivi, la circolazione dell’informazione – sottolinea ancora Verna -. Apriamo sul sito dell’Ordine uno spazio di riflessione denominato “insieme per la libertà”. Giornalisti, cittadini, lavoratori, associazioni, università, sindacati, partiti, amministrazioni locali, imprese, ricercatori, sono tutti impigliati in questa partita e la loro autonomia e sovranità cognitiva, sociale, politica e culturale dipende dalla risposta che si dà a questa non del tutto decifrabile sollecitazione di Google. Riteniamo necessaria una presa di coscienza per affermare l’assoluta autonomia e indipendenza dai poteri monopolistici che circondano ogni nostra scelta”.
Fonte: Ansa.