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“E’ in atto un’aggressione senza precedenti alla libertà di informazione. Non fingiamo che si tratti di una questione isolata. C’è un elemento di emergenza non eludibile”. Così il presidente della Federazione della Stampa, Giuseppe Giulietti, nel corso di una conferenza stampa organizzata, con lo slogan “Giù le mani dall’informazione”, nella sede del sindacato dei giornalisti dopo le parole del vicepremier Luigi Di Maio contro La Repubblica. Fnsi, insieme a Ordine dei giornalisti e Usigrai, si dicono pronti alla mobilitazione. Due le proposte: da un lato lanciare un appello agli editori per aderire a una giornata per la libertà di stampa, in cui tutti i giornali, sul modello di quanto accaduto negli Usa contro Donald Trump, pubblichino editoriali per denunciare l’attacco alla libertà di stampa in atto; dall’altro organizzare una manifestazione che coinvolga non solo i giornalisti per far emergere la consapevolezza che “è a rischio tutto l’impianto democratico del paese e che è sotto attacco tutta la prima parte della Costituzione”. “Siamo di fronte a un disegno ben preciso – ha detto il segretario della Fnsi, Raffaele Lorusso -. L’obiettivo è impedire alla stampa di fare il proprio lavoro. La reazione deve essere comune e rumorosa e la strada, vista l’adesione dei comitati di redazione e dei colleghi, è quella giusta”. “Vogliono che reagiamo come corporazione ma non è così – aggiunge Giulietti -: non si aggrediscono solo i cronisti, ma tutta la comunità. Si mina il diritto di informare sia dal lato del raccogliere le notizie che da quello di conoscerle”. “Quanto sta accadendo è di una gravità inaudita – avverte il presidente dell’Ordine dei Giornalisti, Carlo Verna -. Per questo pensiamo a una manifestazione nel segno dei diritti e delle libertà. Però, prima che si arrivi a uno scontro tra chi vuole la trasparenza e chi l’oscurità, invito Di Maio a chiedere scusa”. “Non è un attacco al gruppo Gedi ma alla libertà di stampa e riguarda ognuno di noi – rimarca il segretario dell’Usigrai, Vittorio Di Trapani -. Quello che preoccupa è il metodo: tutto quello che è contro il governo va abbattuto”. Presente anche il cdr di La Repubblica. “E’ un passaggio drammatico per Repubblica. E’ ora di muoversi tutti insieme perché siamo nel mirino non solo noi, ma tutti i giornalisti”, sottolinea Marco Patucchi, membro del comitato di redazione del quotidiano.

Fonte: Ansa.

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