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Ordine dei giornalisti del Lazio, Fnsi ed il direttore de l’Espresso Marco Damilano, accolgono con soddisfazione la condanna in primo grado inflitta agli esponenti di estrema destra, Giuliano Castellino e Vincenzo Nardulli, che aggredirono gli inviati de L’Espresso Federico Marconi e Paolo Marchetti mentre, svolgendo il loro lavoro, documentavano il raduno dell’estrema destra al cimitero del Verano per l’anniversario dei fatti di Acca Larentia.

”Saremo sempre a fianco dei cronistii che, a rischio dell’ incolumità, affermano ogni giorno il valore dell’informazione ed il ruolo insostituibile della professione svolta a difesa dell’articolo 21 della Costituzione del diritto dei cittadini di essere correttamente informati e della libertà di informare” commenta la presidente dell’Odg Lazio Paola Spadari a nome del Consiglio.

Per l’avvocato della Fnsi, Giulio Vasaturo, la sentenza ”riconosce in pieno l’impianto accusatorio sostenuto dal pubblico ministero Eugenio Albamonte, a cui va tutta la nostra solidarietà anche per le gravissime minacce subite in queste settimane da esponenti della destra eversiva. Viene ribadita la ferma condanna della violenza neofascista che oggi, sempre più spesso, torna a colpire la libertà di informazione”. “La Fnsi, come sindacato unitario dei giornalisti, si unisce all’impegno delle forze dell’ordine, della magistratura e di tutte le forze democratiche in difesa dell’articolo 21 della Costituzione”, conclude Vasaturo.

«Il 7 gennaio 2019 – ricorda il direttore de l’Espresso Damilano – due giornalisti sono stati aggrediti mentre facevano il loro lavoro. Per usare le parole contenute nel rinvio a giudizio, c’era la volontà di impedire che una manifestazione pubblica e in luogo pubblico non fosse documentata dall’informazione. In una stagione di minacce e di attacchi ripetuti contro la stampa, anche un gruppo di neo-fascisti dichiarati – sottolinea – si è sentito coperto in questa azione da una pretesa di impunità e forse perfino da qualche copertura da parte delle forze politiche che in quel momento erano alla guida del ministero dell’Interno», «Oggi questa pretesa di impunità è stata smentita e gli aggressori sono stati condannati. È una vittoria dei colleghi colpiti, dell’Espresso e del nostro gruppo editoriale Gedi che si è subito costituito parte civile. Ringrazio la Fnsi, che ci è sempre stata vicina, e Ossigeno per l’informazione che monitora e difende i giornalisti a rischio di intimidazione. Il riconoscimento che chi tocca anche un solo giornalista colpisce tutti i giornalisti e attacca la libertà di stampa che è uno dei pilastri della democrazia, quindi colpisce tutti i cittadini. Per questo, è la vittoria di chi crede nel nostro mestiere e nella libertà di informare. Una vittoria di tutti”, conclude.

Fonte: Ansa.

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