Inpgi

ROMA – “Con un intervento dell’ultimo minuto è stato nuovamente modificato, su richiesta del Mef, l’emendamento a favore dell’Inpgi creando incertezza e confusione”. E’ il commento dello stesso Istituto di previdenza dei giornalisti alla decisione assunta dalla Commissione bilancio della Camera che ha cambiato l’emendamento “salva-Inpgi” al dl crescita sollevando le critiche anche da parte della Fnsi e dell’Ordine nazionale dei giornalisti.

”L’emendamento – spiega l’Inpgi – limita al 31 ottobre, anziché a fine anno, la sospensione della possibilità di commissariamento dell’ente di previdenza dei giornalisti. Viene poi introdotta dal 2023 una copertura come clausola per garantire l’invarianza di gettito contributivo in un eventuale passaggio di categorie dall’Inps all’Inpgi se si andrà a un ampliamento della platea assoggettata alla cassa privata. Infatti, se da una parte – rileva l’Inpgi – si dice che l’Istituto ha 12 mesi di tempo per approntare interventi che siano efficaci per la stabilità di medio-lungo periodo, dall’altra si sospende il possibile ricorso al commissariamento solo fino al 31 ottobre 2019. Come se fosse possibile per il Cda dell’Istituto, che non si è mai sottratto alle proprie responsabilità e continuerà a farlo, fare un lavoro serio in poco più di tre mesi. E ancora, da una parte si riconosce la validità della strada di ampliamento della platea degli iscritti, ma dall’altra si stanziano le risorse per attuarla solo a partire dal 2023″. “Non vorremmo che dietro queste evidenti contraddizioni ci sia un unico obiettivo: colpire i giornalisti e l’intero settore editoriale attraverso la figura di un commissario che tagli tutele e welfare di un’intera categoria – conclude la nota – e finisca per deprimere ancora di più il sistema dell’editoria al quale l’Inpgi ha garantito finora un sostegno decisivo”.

“Il nuovo emendamento sull’Inpgi è la conferma della volontà di una parte della maggioranza di governo di colpire l’informazione, i giornalisti e l’autonomia del loro Istituto di previdenza”. E’ il giudizio di Raffaele Lorusso, segretario generale della Federazione nazionale della stampa. Per Carlo Verna, presidente del Consiglio dell’Ordine nazionale dei giornalisti ”la montagna ha partorito un topolino”. ”Troppe cose – aggiunge – contro il giornalismo inquietano e chiamano a una risposta anche i cittadini che hanno il diritto ad essere informati”.

(Fonte Ansa)

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