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In vista del vertice sulla Giustizia convocato a Palazzo Chigi dal premier Giuseppe Conte, il Guardasigilli Alfonso Bonafede dà un colpo di acceleratore alla riforma delle intercettazioni organizzando per venerdì prossimo una riunione del tavolo tecnico allargata ai rappresentanti di giornalisti ed avvocati. Non sarà semplice trovare una sintesi tra le posizioni spesso divergenti sul tema di Lega e M5S. E, mentre continua lo stillicidio di intercettazioni che coinvolgono membri del Csm, cresce l’attesa per il plenum straordinario presieduto dal capo dello Stato Sergio Mattarella, in programma sempre venerdì. In via Arenula i tecnici stanno lavorando alla riforma delle intercettazioni dopo il rinvio dell’entrata in vigore di quella concepita dal precedente ministro, Andrea Orlando.

Al tavolo convocato per venerdì 21 giugno sono stati invitati anche esponenti dell’Ordine dei giornalisti e del Consiglio nazionale forense, contrari al ‘bavaglio’. “Sottolineeremo – ha annunciato il presidente del Consiglio nazionale dell’Odg, Carlo Verna – la nostra posizione per un’informazione libera, nonché la disponibilità a proporre e trovare soluzioni nell’interesse del bene comune e per il bilanciamento di diritti contrapposti e ribadiremo come la rilevanza sociale dell’informazione sia una stella polare che ha un valore assoluto in democrazia”. Sulla stessa linea il presidente del Cnf, Andrea Mascherin, “Per l’avvocatura – ha osservato – la libertà di informazione è sacra e strumento di democrazia evoluta, come più che sacra è la dignità di ogni persona che non deve essere mai oggetto di una pena non più in vigore da tempo, ovvero la gogna. Sono certo – ha aggiunto – che la sensibilità di avvocati e giornalisti favorirà una soluzione scevra da luoghi comuni, parole d’ordine e ricerca del consenso, una soluzione che garantendo serenità a chi opera nel mondo della informazione salvaguardi la persona”. Da parte sua, Bonafede ha sempre espresso la sua contrarietà a limitare l’uso delle intercettazioni. “Non vanno diffusi i fatti privati o che riguardano terzi. Ma il diritto dell’informazione non può essere limitato”, ha sottolineato, sostenendo l’impiego del trojan per reati diversi da mafia e terrorismo, “anche se è uno strumento che va usato con cautela e tenendo presenti le esigenze della privacy”.

Fonte: Ansa.

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