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Dal maggio 2014, il progetto ‘Index on censorship’s mapping media freedom’ ha documentato le violazioni dei media in tutta l’Unione europea, compresi i paesi candidati e limitrofi. La piattaforma interattiva permette la segnalazione, la mappatura e il monitoraggio delle minacce alla libertà dei media ed è gestito in collaborazione con la Federazione europea dei giornalisti e Reporter senza frontiere, oltre ad essere parzialmente finanziato dalla Commissione Europea.
Le registrazioni delle oltre 1.000 violazioni raccolte finora – così come riportato dal sito Index - hanno esposto i pericoli affrontati dai giornalisti in tutto il continente. Il progetto – ampliato nel mese di settembre per coprire Russia, Ucraina e Bielorussia, in reazione alle nuove misure draconiane e violenze nella regione – ha aumentato il sostegno per i lavoratori dei media, anche attraverso la Casa dei Diritti Umani di Kiev e l’ European Youth Press.
Tra il 1 maggio e il 30 settembre 2015, 285 violazioni della libertà dei media sono stati registrati e verificati. Più di un terzo gli incidenti – 108 casi – incluse le molestie nei confronti dei giornalisti.

La case history include la storia di Saša Leković, il presidente dell’Associazione croata dei giornalisti, che ha ricevuto un pacco contenente una minaccia di morte, così come un certo numero di minacce sui social media. E in Italia, fondatori del sito di notizie locali Infonodo.org sono stati minacciati dall’ex Sindaco di Seregno, Giacinto Mariani.
Come evidenziato dal rapporto di maggio 2015, la Turchia è, ancora una volta, il paese che ha ricevuto il maggior numero di segnalazioni di violazioni dei media. Nella corsa alle elezioni generali del paese nel mese di novembre, la libertà di stampa continua a peggiorare, con sempre più casi di perquisizioni a carico dei giornalisti, o incarcerazioni per reporter e fotografi.

La mappa ha anche indicato un aumento delle violenze contro i giornalisti, in particolare in Turchia, Ungheria e Balcani.

Mappaturs della libertà per i media in Europa

I cinque paesi con i rapporti più verificati sono: Turchia (40), Italia (38), Ungheria (20), Francia (18) e Croazia (17). Seguono l’ex Iugoslavia (Serbia, Croazia, Bosnia, Macedonia, Montenegro, Kosovo e Slovenia) che hanno avuto un totale di 55 su 285 incidenti che sono stati verificati da corrispondenti regionali.

Hannah Machlin, responsabile del progetto ‘Index’ dice: “I media indipendenti nella regione, in particolare in Russia, sono diventati sempre più a rischio per diverse ragioni, a partire dalla politiche restrittive del governo di ‘soft-censura’, come come il ritiro di contratti pubblicitari”. E poi aggiunge: “Ampliare il progetto sarà ulteriormente la nostra comprensione di queste minacce attraverso casi di studio specifici e ci permettono di sostenere i media sotto pressione.”

Fonte: www.primaonline.it

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