Padre-Federico-Lombardi

«I confini sono sempre la nostra sfida, confini fisici e spirituali»: «la missione è chiara, a volte ci possiamo interrogare su come la possiamo realizzare». Ci possiamo interrogare, oggi che annunciare il Signore «fino ai confini della terra» non ha più come «simbolo» «l’antenna del Papa in Vaticano» e «poi le antenne rotanti di Santa Maria Galeria». Questa la riflessione che padre Federico Lombardi ha offerto alla comunità della Radio Vaticana, nella messa alla Traspontina, in occasione del suo congedo dopo 25 anni di lavoro dalla emittente pontificia. Congedo contemporaneo a quello del laico Alberto Gasbarri, da 47 anni organizzatore dei viaggi papali. Ha concelebrato anche monsignor Dario Viganò, il prefetto della Segreteria per la Comunicazione che sta assorbendo Radio Vaticana e il Centro televisivo vaticano, nell’ambito del processo di riforma dell’intero sistema dei media vaticani.

«È una situazione spiritualmente delicata, che ha rischi e potenzialità», ha detto padre Lombardi a proposito del momento che sta vivendo la comunità di Radio Vaticana, prestiamo «attenzione ai rischi di dubbi, di divisioni, a volte portati dalle incertezze», «attenzione alle chiacchiere» magari portate «dalla non conoscenza chiara del futuro».

Padre Lombardi, che commentando le letture del giorno ha proposto tre parole per riflettere: «missione, conversione, comunione», ha invitato a non avere paura del «passaggio in cui siamo immersi, in cui si trova il mondo della comunicazione vaticana». «I compaesani di Gesù – ha commentato – avevano una visione così ristretta» mentre siamo chiamati ad «allargare lo sguardo, a guardare alle attese di tutti gli uomini e di tutti i tempi». «Siamo chiamati – ha detto – a collaborare nel nostro piccolo alla missione del Papa» ed è «un dono e un privilegio, non dimentichiamolo mai, essere guidati da una mano sicura come quella del successore di Pietro e da una fede forte come quella di papi che abbiamo conosciuto, non perdiamo mai – ha esortato – il riferimento forte della nostra vita e del nostro lavoro».

Dopo essersi interrogato sui nuovi strumenti per la missione, padre Lombardi ha analizzato i sentimenti della comunità della Radio di fronte al cambiamento. «C’è un nuovo mondo – ha detto – lo guardiamo con un certo fascino, ammirazione, con interrogativi, a volte capiamo che ci sono spazi nuovi che abbiamo cominciato a sondare, ma sappiamo che c’è uno spazio misterioso»; viviamo, ha riflettuto il Padre Gesuita «un misto tra disponibilità, desiderio di cercare le vie nuove della missione, e perplessità e timori». «Non è per me un giorno di cerimonie, ma come sempre di incontro, davanti a Dio», ha confidato, prima di tornare sul «momento bello, che di certo può avere qualche rischio» e che «possiamo addirittura rischiare di farlo fallire». Ha quindi suggerito di «rendere fruttuosa la ricerca di nuove vie della missione, valorizzando il patrimonio di tanti anni», di avere «quella libertà davanti a Dio per vivere sempre con slancio ed entusiasmo – ha detto – il nostro servizio». «Siamo costruiti come comunità – ha sottolineato – una comunità che si trova adesso in un momento di evoluzione e di cambiamento, diversa da quella che finora è stata Radio Vaticana, sotto la guida di un nuovo Dicastero, ecco – ha esortato – costruiamo la comunità più ampia dei comunicatori al servizio del Vangelo e della Santa Sede». Non bisogna, ha consigliato Lombardi – con il quale finisce il servizio dei Gesuiti alla guida di Radio Vaticana, iniziato alla sua fondazione, nel 1931, con Guglielmo Marconi e papa Pio XI – «restare in se stessi, ma essere pronti ad allargarsi, avere la gioia e la curiosità, di articolarsi al suo interno».

 Il Portavoce del Papa ha anche ricordato che «papa Francesco ha saputo dare a tutta la Chiesa questo senso di essere una comunità in cammino», e ha esortato a «essere in movimento, a lasciare situazioni che magari ci davano sicurezza, ma vincolavano la Chiesa», «sentiamoci anche noi coinvolti in questa Chiesa in cammino, anche se ci toglie qualcosa – ha rimarcato padre Lombardi – non abbiamo dubbio di dover essere sempre in cammino».

Fonte: www.lastampa.it

1.196 visite