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E’ il giornale in lingua italiana esistente più antico, anche se non è italiano, ma della Santa Sede, il governo del piccolo stato del Papa. È l’Osservatore Romano, nato nel 1861 (tre mesi dopo la nascita del Regno d’Italia), che ha lanciato la nuova edizione settimanale, che ha ormai 70 anni. «Una novità nella continuità», ha commentato monsignor Angelo Becciu, sostituto della Segreteria di Stato, che ha partecipato alla presentazione in sala stampa vaticana (era la prima volta che ci entrava, lui che è il “numero tre” dopo il Papa e il cardinale Pietro Parolin, segretario di Stato) insieme al prefetto della Comunicazione, mons. Dario Edoardo Viganò, e il direttore dell’Osservatore, Giovanni Maria Vian.

Novità nella continuità 
«Sono venuto per rallegrarmi per questa novità editoriale, la cui responsabilità, l’indirizzo politico dipende dalla Santa Sede e in particolare dal Sostituto. Sono venuto per rallegrarmi e complimentarmi per la nuova veste del settimanale, varata in occasione del 70° anno di pubblicazione del giornale vaticano». Quella di oggi, per Becciu, è una scelta all’insegna della «novità nella continuità, che è una costante della Chiesa, che sa cogliere i momenti giusti per proporsi con delle novità».

Una sfida: insistere sul cartaceo è andare controcorrente 

La nuova edizione settimanale – che si innesta nel processo di riforma della Curia e in particolare dei media – «è anche una sfida, perché insistere sul cartaceo oggi è andare controcorrente: ci piace andare on line, ma anche sederci in poltrona con un bel caffè e leggere il giornale». Vian ha ricordato che alle molte edizioni – quotidiana, settimanali, mensile, e la fruibilità gratuita online – dell’Osservatore in molte lingue partecipano 50-60 persone, tutti in Vaticano.

Fonte: www.ilsole24ore.com 

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