Papa Francesco

La riforma del sistema della comunicazione della Santa Sede con la istituzione della apposita Segreteria, è “irreversibile”, e il suo “criterio-guida” è “apostolico-missionario, con una speciale attenzione alle situazioni di disagio”. Lo ha detto Papa Francesco in udienza alla prima assemblea plenaria della Segreteria per la comunicazione, invitando i lavoratori a non attaccarsi a “un passato glorioso”, ma a “procedere coraggiosamente secondo i criteri scelti” e fare “un grande gioco di squadra per meglio rispondere alle sfide”.

La Segreteria, ricorda l’Ansa, è stata istituita il 27 giugno del 2015 e, ha precisato il Papa, non nasce da “coordinamento o fusione di precedenti dicasteri”, ma si tratta “di una vera e propria istituzione ex novo”.

“Questo Dicastero”, ha aggiunto il Pontefice, “che compirà due anni il prossimo 27 giugno, due candele, eh, si presenta si presenta in piena riforma, e non dobbiamo avere paura di questa parola, riforma, no, riforma non è imbiancare un po’ le cose, riforma è dare nuova forma alle cose, organizzarle in altro modo, si deve fare con intelligenza, con mitezza, ma anche anche c’è un po’ permettetemi la parola un po’ di violenza, ma violenza buona, riformare le cose”.

“Si tratta – spiega Bergoglio – di studiare criteri e modalità nuovi per comunicare il Vangelo della misericordia a tutte le genti, nel cuore delle diverse culture, attraverso i media che il nuovo contesto culturale digitale mette a disposizione dei nostri contemporanei”.

Il nuovo sistema di comunicazione, insiste il Papa, “nasce dall’esigenza della cosiddetta convergenza digitale. Infatti, nel passato ogni modalità comunicativa aveva i propri canali. Ogni forma espressiva aveva un proprio medium: le parole scritte il giornale o i libri, le immagini le fotografie e quelle in movimento il cinema e la televisione, le parole parlate e la musica la radio e i Cd. Tutte queste forme di comunicazione oggi sono trasmesse con un unico codice che sfrutta il sistema binario”.

“In questo quadro, dunque, L’Osservatore Romano, che dal prossimo anno entrerà a far parte del nuovo dicastero, dovrà trovare una modalità nuova e diversa, per poter raggiungere un numero di lettori superiore a quello che riesce a realizzare in formato cartaceo”.

“Anche la Radio Vaticana, – sottolinea il Papa – da anni diventata un insieme di portali, va ripensata secondo modelli nuovi e adeguata alle moderne tecnologie e alle esigenze dei nostri contemporanei”. “A proposito del servizio radiofonico, mi preme sottolineare lo sforzo che il dicastero sta compiendo nei confronti dei Paesi a bassa disponibilità tecnologica (penso ad esempio all’Africa) per la razionalizzazione delle onde corte che non sono state mai dismesse”.

“Tra qualche mese anche la Libreria Editrice Vaticana, l’antica Tipografia Poliglotta Vaticana e, come dicevo, ‘L’Osservatore Romano’ entreranno a far parte della grande comunità di lavoro del nuovo dicastero, e questo richiederà la disponibilità ad armonizzarsi con il nuovo disegno produttivo e distributivo. La sfida è grande ma si può fare e si deve fare”.

Il Papa crede, riferisce l’Adnkronos, che “con il contributo di ciascuno, si porterà a compimento questa riforma che, ‘valorizzando quanto nella storia si è sviluppato all’interno dell’assetto della comunicazione della Sede Apostolica’, è ordinata a ‘una integrazione e gestione unitaria’. Vi incoraggio pertanto a lavorare nelle commissioni di studio, con analisi dettagliate e, una volta individuati i percorsi, a decidere e procedere coraggiosamente secondo i criteri scelti. Vi chiedo inoltre che il criterio-guida sia quello apostolico, missionario, con una speciale attenzione alle situazioni di disagio, di povertà, di difficoltà, nella consapevolezza che anche queste oggi vanno affrontate con soluzioni adeguate”.

Online intanto il sito istituzionale della Segreteria per la comunicazione (www.comunicazione.va). “Non è il portale d’informazione della Santa Sede”, ha precisato monsignor Dario Edoardo Viganò, prefetto della Segreteria per la Comunicazione della Santa Sede, ma “una pagina web di servizio” in questo momento di transizione, in attesa che il nuovo portale veda la luce.

Fonte: www.primaonline.it

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