Erdogan

La Casa Bianca chiede alle autorità turche di rispettare la libertà di stampa in quella che appare, dopo il voto di domenica, una maxi operazione contro la stampa per mezzo del potere giudiziario. Un tribunale di Istanbul ha ordinato il sequestro della rivista Nokta e l’arresto del direttore e del caporedattore centrale per «istigazione a delinquere» per una copertina con una foto del presidente Recep Tayyip Erdogan e il titolo «Lunedì 2 novembre: l’inizio della guerra civile turca».

Non si spengono dunque le reazioni alle elezioni del primo novembre che hanno consegnato la maggioranza del parlamento al partito del presidente Erdogan – maggioranza non tale però da cambiare la Costituzione in senso presidenzialista. A urne chiuse Erdogan ha chiesto alla stampa internazionale il rispetto del voto ma si hanno pochi riguardi verso quella interna.

Il 3 novembre sono stati fermati il direttore di Nokta, Cevheri Guven, e il caporedattore centrale, Murat Capan, accusati anche di “eversione”. Lo riferisce l’agenzia di stampa Dogan. Già a metà settembre la polizia aveva compiuto un blitz nella redazione di Istanbul di Nokta, che era stato anche ritirato dalle edicole, per un fotomontaggio in copertina che mostrava Erdogan che si faceva un selfie mentre sullo sfondo alcuni soldati portavano a spalla il feretro di un loro commilitone avvolto nella bandiera della Turchia dopo essere morto nel conflitto riesploso a luglio con il Pkk curdo. Già in quell’occasione Capan era stato arrestato e poi rilasciato in libertà condizionata. Due settimane fa il sito della rivista era stato bloccato da un tribunale di Istanbul, che aveva stabilito una “censura preventiva” per aver diffamato l’Akp.

Sempre il 3 novembre gli amministratori nominati dal tribunale turco che la scorsa settimana ha ‘commissariato’ il gruppo editoriale anti-Erdogan Ipek hanno licenziato 58 giornalisti. Lo riferiscono alcuni di loro, secondo cui dopo una sospensione di alcuni giorni oggi non è stato permesso loro di rientrare nella redazione di Istanbul, che ospita i quotidiani Bugun e Millet e i canali Bugun tv e Kanalturk.

Le elezioni in Turchia hanno sancito la forza del partito democratico curdo che ha portato 59 deputati in Parlamento. Tuttavia la questione curda è motivo di divisione e inquietudine in tutto il Paese. L’aviazione turca ha compiuto nelle scorse ore diversi raid contro postazioni del Pkk curdo nel sud-est del Paese – lì dove il partito curdo è risultato vincitore – e in nord Iraq. Lo riferiscono le forze armate, secondo cui sono stati colpiti rifugi e depositi di armi nelle zone di Hakkari, Metina, Zap, Avasin-Basyan, Hakurk, Gara e Qandil. Sono i primi bombardamenti dopo il voto di domenica.

Fonte: www.ilsole24ore.com

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