Verna a Conte, Inpgi, urgenze e criticità

Il 64% del mercato editoriale europeo è gestito da strumenti evoluti di automazione; lo Stato deve sostenere il settore più in crisi: la carta stampata; …

Il 64% del mercato editoriale europeo è gestito da strumenti evoluti di automazione; lo Stato deve sostenere il settore più in crisi: la carta stampata; per l’ Inpgi è urgente un tavolo che definisca e anticipi l’allargamento della platea; è illegittima la norma della legge di bilancio sull’obbligo di sostituire due redattori con almeno uno anche non giornalista; per la riforma del giornalismo: abbiamo una proposta innovativa che punta ad avere un giornalismo al passo con i tempi e con le nuove tecnologie. Infine: votare al più presto legge primo Di Nicola su azioni giudiziarie temerarie, allarmanti i dati di Ossigeno su minacce ai giornalisti. Sono questi i punti centrali dell’intervento del presidente del Consiglio Nazionale dell’Ordine dei giornalisti alla Conferenza stampa di fine anno con il presidente del Consiglio Giuseppe Conte. ”I dati dello scenario internazionale, per come li stiamo osservando nel laboratorio di ricerca sui linguaggi del giornalismo che il nostro Ordine ha messo su con il dipartimento di scienze sociali dell’Università Federico II di Napoli – ha detto Verna – , ci dicono che ormai l’intelligenza artificiale è componente essenziale dell’informazione: il 64% del mercato editoriale europeo è gestito da strumenti evoluti di automazione. (…) Umanesimo e riequilibrio rispetto alle macchine degli algoritmi sono garantiti dalla nostra categoria che svolge un servizio pubblico e costituisce fattore essenziale per la sicurezza e l’autonomia nazionale”. Per il presidente Odg ”Il giornalismo professionale deve essere consapevole delle maggiori responsabilità che porta con sé, a cominciare dai modelli da offrire ai social piuttosto che assorbirne il linguaggio, talvolta violento, preclusivo quel dialogo che invece l’informazione ha la funzione di favorire. Leggendo l’articolo 21 della nostra carta fondamentale (…) la libertà di espressione è da esercitare con “parola , scritto e ogni altro mezzo di diffusione”. I Costituenti teorizzarono una sorta di pluralismo di piattaforme (…) Ne discende che per continuare a garantire tale pluralismo di piattaforme lo Stato abbia un obbligo attivo di sostenere quella più in crisi: la carta stampata”. Sul tema del sostegno all’editoria, spiega Verna ”c’è un caso che riguarda il Foglio (…): si bloccano i fondi in attesa della definizione di una vertenza. Riteniamo che debba esserci una sorta di inversione del principio cautelare più che giuridicamente, politicamente”. Sull’Inpgi per il presiedente Odg ”sarebbe urgente un tavolo che definisca e anticipi l’allargamento della platea. Intanto, finanziando nuovi prepensionamenti, siamo ben al di là dell’omissione di intervento. Nel sistema a ripartizione, creando le condizioni per nuove pensioni da pagare piuttosto che quelle per il versamento di contributi, l’istituto già in difficoltà viene appesantito di un carico insostenibile”. “Non abbiamo mai inteso commissariare l’Inpgi e abbiamo concesso altri sei mesi per rispettarne autonomia. Da gennaio ci sarà un tavolo tecnico e il governo è disposto a fare la propria parte ma l’Inpgi deve fare la sua, i conti devono essere tenuti in ordine”. Ha detto il premier Giuseppe Conte durante la conferenza stampa di fine anno rispondendo a una domanda sull’istituto previdenziale dei giornalisti. “I conti sono in ordine ma mancano i contributori, ma avremo modo di parlarne”, è stata la replica immediata del presidente dell’ordine dei giornalisti, Carlo Verna ”Nella legge di bilancio – continua Verna – c’è l’obbligo di sostituire due redattori con almeno uno, che può anche non essere giornalista. Lo troviamo illegittimo e impugneremo tale principio, così come siamo stati costretti a intervenire in Corte Costituzionale e attendiamo a gennaio l’ammissione come parte per la norma contraria ai principi della Corte Europea dei Diritti Umani che, per la diffamazione a mezzo stampa, ancora prevede il carcere ai giornalisti”. ”E’ necessaria una nuova legislazione per il giornalismo, a partire dalla riforma dell’ordinamento professionale che risale al 1963 e su cui abbiamo già elaborato una proposta profondamente innovativa che punta ad avere un giornalismo al passo dei tempi e delle nuove tecnologie. Ringrazio – conclude – chi almeno su qualche tema ci sta provando, come il senatore Primo Di Nicola il cui disegno di legge sulle iniziative giudiziarie temerarie è passato in commissione nel ramo del parlamento cui appartiene. (…) i dati di Ossigeno per l’informazione: 433 intimidazioni e minacce a giornalisti e blogger nel 2019 più di una al giorno, di cui 236 da loro accertate e verificate. Sono saliti a 24 i giornalisti che vivono sotto scorta per il loro lavoro”.

Fonte: ANSA.