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   ”Violenza sulle donne: dal caso Genovese a Grillo, la vittimizzazione secondaria e i doveri del giornalista” è il titolo di un evento formativo in streaming organizzato dall’Ordine dei giornalisti del Lazio giovedì 17 giugno  dalle 9.30 alle 12.30.

Il corso di formazione prende in esame in maniera particolare i recenti casi di cronaca che hanno coinvolto ragazze che hanno denunciato uno stupro o stupro di gruppo. Il focus verte sul racconto fatto sui media e in particolare dall’informazione che in diversi casi ha riprodotto uno schema stereotipato che ha avuto come conseguenza la vittimizzazione secondaria di queste ragazze ovvero che ha provocato in loro una seconda sofferenza rispetto al loro vissuto. Narrazioni che le hanno coinvolte sia nell’insistere in maniera spesso gratuita, su particolari morbosi non essenziali alla notizia, sia come “bugiarde” che vogliono approfittare della situazione mettendo nei guai “bravi ragazzi”, sia come “consenzienti” che dopo ci ripensano e ritrattano la loro versione. Una prassi che ancora viene adottata prima che siano conclusi i procedimenti giudiziari e sulla base di mere supposizioni che però possono danneggiare le persone coinvolte sia influenzare i procedimenti.

La stessa Autorità per le garanzie nelle comunicazioni (Agcom) ha ripreso il giornalista e conduttore Massimo Giletti per il suo programma “Non è l’Arena” su La7, in cui ha trattato il caso Genovese, l’imprenditore accusato di aver adescato e violentato varie ragazze durante i suoi festini privati, in maniera spettacolarizzante e per “non aver assicurato il doveroso equilibrio tra informazione e rispetto della riservatezza delle indagini e dei diritti alla dignità, all’onore e alla reputazione delle persone”.

In questa sede si vuole  analizzare nel concreto questi casi, ancora troppo numerosi, di vittimizzazione secondaria su chi denuncia una violenza maschile attraverso una narrazione che è in contrasto e viola l’Articolo 5 bis del nostro Testo unico del codice deontologico (“Rispetto delle differenze di genere”) che indica al giornalista quanto segue. “Nei casi di femminicidio, violenza, molestie, discriminazioni e fatti di cronaca, che coinvolgono aspetti legati all’orientamento e all’identità sessuale, il giornalista: a) presta attenzione a evitare stereotipi di genere, espressioni e immagini lesive della dignità della persona; b) si attiene a un linguaggio rispettoso, corretto e consapevole. Si attiene all’essenzialità della notizia e alla continenza. Presta attenzione a non alimentare la spettacolarizzazione della violenza. Non usa espressioni, termini e immagini che sminuiscano la gravità del fatto commesso; c) assicura, valutato l’interesse pubblico alla notizia, una narrazione rispettosa anche dei familiari delle persone coinvolte.

Ne discuteranno: Paola Spadari, presidente Odg Lazio; Silvia Resta, responsabile Cpo Odg Lazio; Luisa Betti Dakli, direttrice DonnexDiritti Network; Franco Elisei, presidente Odg Marche; Elisabetta Cosci, consigliera Cnog già vicepresidente; Francesca D’Alessandro, avvocata.

L’evento riconosce 5 crediti deontologici.

Il giorno prima dell’evento verrà inviata una mail con il link per il collegamento sulla piattaforma Zoom.

Il corso sarà visibile a tutti senza crediti  in diretta streaming sulla nostra pagina Facebook dalle ore 9.30.

Per ricevere i crediti della formazione professionale continua è necessario iscriversi tramite la piattaforma Sigef entro martedì 15 giugno.

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